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Questo articolo è stato pubblicato il 16 aprile 2014 alle ore 19:43.
L'ultima modifica è del 17 aprile 2014 alle ore 12:11.

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Seconda potenza manifatturiera d'Europa e quinta al mondo l'Italia attrae solo l'1,6% dello stock complessivo di investimenti diretti esteri. Una cifra ancora troppo bassa dovuta ad una serie di fattori che scoraggiano gli investitori, soprattutto a livello normativo e alle lungaggini dei processi sia civili che penali. Le misure previste dal programma toccano numerosi ambiti: dal fisco al lavoro, dalla giustizia civile alla ricerca, dal rafforzamento della rete estera al miglioramento della reputazione dell'Italia all'estero.

In generale, l'Italia rappresenta un partner fondamentale della Turchia in settori d'importanza strategica, bancario, energia, macchinari, automotive, infrastrutture e costruzioni, industria della difesa, tessile e abbigliamento, alimentare, elettrodomestici, chimico. Anche in materia di appalti pubblici, l'Italia ha fatto registrare negli ultimi anni ottimi risultati con imprese italiane che si sono aggiudicate appalti per la realizzazione di alcune tra le più importanti opere pubbliche in programma, dalle autostrade, ai ponti sul Bosforo, alla costruzione di ospedali di grandi dimensioni.

Al termine dell'evento è stata consegnata l'onorificenza dell' Ordine al Merito della Repubblica italiana a Zeynep Bodur Okyay, dinamico e brillante amministratore delegato di Kale Group che nel 2011 ha acquistato uno stabilimento di ceramica in Italia a Borgotaro.

I potenziali investimenti turchi verso il Belpaese sono stati individuati grazie anche alla cooperazione di studi legali e di consulenza italiani che operano in Turchia con l'obiettivo di facilitare i contatti fra operatori privati e di agevolare l'ingresso degli investitori turchi nel mercato italiano.

«Quello che sicuramente distingue lo scenario in cui si svolgono le acquisizioni in Italia è la media impresa italiana a conduzione familiare. Nella nostra esperienza abbiamo notato come le somiglianze di approccio e atteggiamento tra acquirenti imprenditori turchi e venditori italiani sono importanti e quindi facilitano la conduzione delle trattative. Nel clima attuale in cui molte imprese hanno necessità di vendere, l'ordinamento italiano e in particolare la legge fallimentare, appare particolarmente attraente in quanto protettiva degli interessi dell'imprenditore acquirente», ha commentato l'avvocato Piero Corigliano di NCTM Studio Legale Associato.
«L'introduzione della mediazione obbligatoria per alcune specie di procedimenti, l'avanzata digitalizzazione del processo e l'attribuzione ad alcune sezioni speciali per l'impresa della giurisdizione, in caso di giudizi che vedono come parte (indifferentemente attrice o convenuta) società con sedi all'estero, rappresentano tutti sforzi del legislatore volti a sciogliere alcune lentezze del sistema giurisdizionale rendendo così più semplice il rapporto tra le società straniere e la durata dei processi», ha evidenziato l'avvocato Paolo Quattrocchi sempre di NCTM Studio Legale Associato. Ora la parola passa ai businessmen.

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