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Questo articolo è stato pubblicato il 18 aprile 2014 alle ore 06:38.

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Salta la nave della Costa e il governatore Enrico Rossi fa rotta sulle navi militari, ma è buio pesto sulla formazione del personale, sulla società privata che gestirà il cantiere, su quante navi la Marina militare sarà disposta a smantellare in Italia, sui prezzi ambientali che pagherà l'ecosistema attorno a Piombino, forse l'unico asset capace davvero di generare sviluppo. Allo Stato maggiore della Marina sono lapidari: «Al momento non c'è nessuna decisione in merito».
Altra grande incognita la bonifica degli 85 ettari dell'acciaieria, che finora possono contare su 50 milioni stanziati dal ministero dell'Ambiente. Briciole per un intervento che si preannuncia titanico. Gli operai alternano momenti di sconforto ad altri di ribellione. Gabrielli sfodera uno dei suoi sorrisi enigmatici e sentenzia: «Il fischio finale ci sarà il 30 di maggio, ultimo giorno utile per la presentazione delle offerte. Fino allora aspettatevi di tutto. Compresa la rivoluzione».
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