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Questo articolo è stato pubblicato il 27 aprile 2014 alle ore 08:14.
A essere onesti va detto che neanche il peccato opposto della roboante retorica europea, infarcita di abbellimenti letterari e dichiarazioni di profondità, favorisce la filosofia. Se dovessi scegliere, preferirei in ogni occasione il cavillatore analitico e spietato all'erudito dalla prosa fiorita: quanto meno, di solito, si riesce a capire di che cosa parla e che cosa giudicherebbe sbagliato. È nel terreno di mezzo, grosso modo a metà strada tra la poesia e la matematica, che i filosofi, secondo me, possono offrire il contributo migliore.
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Il libro di Daniel Dennett, Strumenti per pensare (traduzione di Simonetta Frediani, Raffello Cortina, Milano,
pagg. 538, € 29,50) sarà in libreria
a maggio. In questa pagina anticipiamo un estratto dell'introduzione