I ciclisti fuorilegge: storie di latitanti biker, ladri gentiluomini appassionati di corse ed eroi d'altri tempi
Ciclisti brava gente, verrebbe da dire. Il che è senz'altro vero. Con qualche eccezione però. Ecco sei ritratti di ciclisti fuori dal comune e dalla legge
di Matteo Scarabelli
1. Il latitante dimagrito
Antonio Lo Russo latitante, e dimagrito, al momento dell'arresto a Nizza
Qualche settimana fa, a Nizza, è stato catturato il latitante Antonio Lo Russo, figlio del boss Salvatore, collaboratore di giustizia che dal 2010 accusa uomini della camorra e istituzioni corrotte. L'ex Primula rossa della camorra, già noto per le sue amicizie con alcuni calciatori del Napoli, abilissimo degli spostamenti lungo le vie del contrabbando tra Albania, Grecia e Polonia, quando è stato catturato era quasi irriconoscibile rispetto alle foto in mano alle forze dell'ordine. Nessuna plastica facciale ma una cura dimagrante che gli ha fatto perdere quasi 25 chili. È stato lo stesso Lo Russo a spiegare a chi lo ha arrestato come ha fatto a perdere tanto peso: «Sono diventato un perfetto biker». Pare infatti che Lo Russo percorresse tutte le mattina la lunga passeggiata sul mare della cittadina della Costa azzurra e usasse la bicicletta per tutti i suoi spostamenti cittadini. Insieme ad Antonio Lo Russo, gli agenti hanno arrestato a Nizza anche suo cugino Carlo, detto Lellè, latitante dallo scorso mese di marzo in seguito al tentato omicidio di Giovanni Lista.
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