Quasi 7 italiani su 10 cercano lavoro online. Tre trappole (e un consiglio) per chi sfoglia annunci in rete
Secondo un'indagine di Duepuntozero Doxa per Big G («Gli italiani e i motori di ricerca»), il 67% dei connazionali si affida alla Rete per rintracciare i «lavori introvabili» sui vecchi canali. Ma quali i rischi delle bacheche virtuali? Ecco come schivarli
di Alberto Magnani
2. Lavoro, le trappole delle offerte online / Annunci anonimi
(Corbis)
È un classico: «importante azienda del settore cerca...». Ma come mai un'azienda tanto «importante» non si qualifica online? Con alcune eccezioni, l'anonimato o l'assenza di crediti sull'annuncio sono il primo campanello d'allarme sull'attendibilità dell'offerte. Nella migliore delle ipotesi possono trainarvi in un vicolo cieco, senza sviluppi e – ovviamente - senza una società interessata ad assumere. Nel peggiore, a violazioni di privacy o uso improprio dei dati forniti. Il rischio è tanto più diffuso nei cosiddetti lavori "creativi", dal cinema al copywriting, dove il sistema di selezione non è codificato come altrove. La garanzia sta nel brand: le aziende più autorevoli lavorano (o dovrebbero lavorare) sulla propria immagine online, con sezioni apposite e il controllo delle offerte a proprio nome. « È un problema che sperimentano tutti i lavoratori di ambito non tradizionale, come il cinema - spiega al Sole 24 Ore Maria Gabriella Bagnato, professoressa al dipartimento di Management e Tecnologie alla Bocconi -. Mi risulta che ci sia un bel problema nel mettere insieme domanda e offerta. È probabilmente l'accreditamento dell'istituzione che fa la differenza».
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