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Questo articolo è stato pubblicato il 09 maggio 2014 alle ore 07:30.
L'ultima modifica è del 29 settembre 2014 alle ore 15:08.

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3)Abdullah al Senussi, l'ex capo dell'intelligence militare di Gheddafi, uomo accusato di massacri e torture denunciate da Onu, Amnesty International e Unione Africana. Non un ragazzo modello esempio di giustizia e impegno umanitario, nota il Guardian, ma tant'è, tutti hanno diritto a una difesa.

La madre di Amal si chiama Baria, ha 66 anni, è editorialista del quotidiano in lingua araba Al Hayat con sede a Londra, è analista esperta in Medio Oriente intervistata da Cnn, Al-Jazeera, Cnbc, Bbc, Sky News nel Regno Unito. Dicono assomigli a Liz Taylor, il poeta Said Aki le ha dedicato dei versi, lei si definisce portavoce «di tutti quei musulmani moderati che sono stati emarginati durante la guerra al terrorismo». La nonna di Amal è stata la prima donna laureata all'American University di Beirut, dove il padre Ramzi era professore prima di fuggire in Gran Bretagna durante la guerra civile. La famiglia Alamuddin è drusa, antichissima setta religiosa, tutto ciò naturalmente aumenta il fascino e ne fa più di un film, o faccenda da cancellerie.

Naturale anche che una biografia così politica abbia qualche critico. L'accusatrice di Amal si chiama Debbie Schlussel, avvocato, opinionista per New York Post, Wall Street Journal, Washington Times, Jerusalem Post. Una superconservatrice che nelle settimane in cui donne, giornaliste, fan cercavano foto, postava sul suo blog "l'esclusiva": il suo incontro con la famiglia Alamuddin a un matrimonio a metà degli anni Novanta. In quell'occasione la bionda Debbie, amica e compagna di università del cugino di Amal, ha potuto appurare che la famiglia Alamuddin tutta «è anti-israeliana e fervida sostenitrice della causa palestinese. Il clan dell'allora poco più che ventenne Amal avrebbe subissato di «domande dai toni anti-israeliani» Schussel, unica invitata non araba al pre-ricevimento. «Tutti loro - ricorda Debbie - sapevano che ero ebrea, mi sono sentita un obiettivo. La famiglia di Amal faceva un sacco di domande dal tono poco amichevole», ora però Schussel dal suo blog scrive con avventata fermezza che la religione drusa è un ramo dell'Islam. L'altra campana del web e del mondo, intanto, suona solita, simile e opposta musica: un gruppo Facebook di drusi libanesi accuserebbe Amal di rinunciare alla sua religione perché sposare Clooney vuol dire sposare un non druso, divorziato per giunta.

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