Mal di schiena? Ecco il decalogo per mantenersi (o rimettersi) in forma e non restare a casa dal lavoro

Innanzitutto una buona notizia: in più di nove casi su 10 si tratta di eventi benigni. «Nel 92-93% il mal di schiena è di tipo aspecifico, o comune, ossia non ha una vera e propria causa», spiega Marco Monticone, primario di Riabilitazione neuromotoria dell'Irccs Fondazione Maugeri di Lissone e ricercatore di Eurospine, Spine society of Europe. «Spesso si tratta di un episodio doloroso dovuto a una postura errata, oppure a rigidità articolare, o ancora a debolezza muscolare. È questa "triade" che crea un mix pericoloso, anche se, come vedremo, questi problemi si risolvono in breve tempo.

Il mal di schiena benigno tende a passare con il movimento, spiega il fisiatra, ed anzi, per quanto possibile, è necessario mantenere le quotidiane attività lavorative.

«I dischi fra le vertebre sono simili a cuscinetti di tessuto elastico, e per funzionare bene devono essere sia compressi che rilasciati - spiega il medico del lavoro Giuseppe Taino -. Questa alternanza dei movimenti è l'ideale per mantenere la schiena in buone condizioni. Invece, quando i dischi vengono troppo compressi si formano protrusioni ed ernie, mentre quando restano fermi tendono a irrigidirsi e a invecchiare.

In una percentuale inferiore, 7-8% dei casi, il mal di schiena è invece "specifico" ossia è da attribuire a cause ben definite: tra queste, scoliosi, ernia del disco, frattura, deformità vertebrali, problemi reumatologici, malattie viscerali, cause vascolari e perfino i calcoli della colecisti. Uno specialista valuterà se è necessario intervenire chirurgicamente, oppure procedere alla riabilitazione con esercizi ad hoc.