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Questo articolo è stato pubblicato il 14 maggio 2014 alle ore 10:01.
L'ultima modifica è del 11 febbraio 2015 alle ore 16:32.

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Centinaia di finanzieri in tutta Italia hanno effettuato oggi 20 perquisizioni a tappeto che vedono al centro persone fisiche e giuridiche collegate a Ubi banca e Ubi leasing. Gli uomini del Nucleo speciale di polizia valutaria guidati dal generale Giuseppe Bottillo stanno acquisendo documentazione presso le sedi bergamasca e bresciana della banca e della sua branch attiva nella locazione finanziaria.

Le attività sono collegate a un'inchiesta coordinata dal Pm di Bergamo Fabio Pelosi e riguardano le ipotesi di reato di ostacolo alle funzioni di vigilanza e di truffa aggravata. Una decina gli indagati. Perquisiti gli uffici dei principali manager ed ex manager della banca. Tra questi il presidente del consiglio di sorveglianza Andrea Moltrasio, e del consiglio di gestione, Franco Polotti. Perquisiti anche gli uffici di Mario Cera, vicepresidente del Comitato di Sorveglianza della banca, di Italo Lucchini, consigliere, dell'amministratore delegato Victor Massiah e di Emilio Zanetti, ex presidente Cda Banca Popolare di Bergamo. Inoltre, per quanto riguarda Ubi leasing, gli uffici di Guido Cominotti, responsabile recupero beni di Ubi leasing, di Giampiero Bertoli, ex ad dell'azienda, e di Alessandro Maggi, ex vicedirettore generale vicario.

Nel filone di inchiesta su Ubi-Leasing - controllata di Ubi-Banca - la Guardia di Finanza sta perquisendo anche gli uffici del presidente del consiglio di sorveglianza di Intesa Sanpaolo, Giovanni Bazoli, e del presidente di Italcementi Giampiero Pesenti. Giovanni Bazoli è indagato dalla procura di Bergamo per ostacolo alle funzioni di vigilanza, nella sua qualità di presidente del Consiglio direttivo dell'Associazione Banca Lombarda e Piemontese; Giampiero Pesenti, coinvolto in un altro filone di indagine, è indagato per truffa e riciclaggio con Giampiero Bertoli, Alessandro Maggi e Guido Cominotti.

Con Bazoli, per ostacolo alle funzioni di vigilanza, risultano indagati anche Franco Polotti, presidente del Consiglio di gestione di Ubi Banca, Andrea Moltrasio, presidente del Consiglio di sorveglianza, Mario Cera, vicepresidente del Comitato di sorveglianza, e i consiglieri Victor Massiah e Italo Lucchini. Il reato di ostacolo all'attività di vigilanza si riferirebbe a presunte, gravi anomalie nella modalità di comunicazione riguardo alle indicazioni dei vertici di Ubi-Banca, nata dalla fusione di Banca Popolare di Bergamo e altre Banche Popolari. Secondo l'accusa, due gruppi di azionisti di Ubi-Banca - l'Associazione Amici di Ubi e l'Associazione Banca Lombarda e Piemontese, quest'ultima presieduta da Bazoli - avrebbero messo in campo, senza che le autorità di vigilanza ne avessero compiuta conoscenza, un sistema di regole tale da predeterminare i vertici di Ubi-Banca.

Quanto ai reati di truffa e riciclaggio contestati agli ex dirigenti di Ubi-Leasing - filone nel quale è chiamato in causa anche Giampiero Pesenti - la magistratura ipotizza gravi irregolarità nella compravendita di beni di lusso, tra i quali imbarcazioni e aeromobili. Tali beni - sempre secondo le ipotesi dell'accusa - venivano ceduti in leasing a persone fisiche e società. Di fronte alle prime difficoltà di pagamento delle rate concordate, i beni venivano sottratti a coloro che avevano sottoscritto il contratto di leasing e subito ceduti, a un prezzo di gran lunga inferiore al valore reale, a persone vicine a Ubi-Leasing. Tra questi beni, ci sarebbe anche il Cessna di Lele Mora, l'ex agente dei vip.

Ecco l'elenco delle altre persone nei confronti delle quali sono scattate le perquisizioni della Guardia di Finanza: Stefano Tortelotti, responsabile ufficio Audit; Silvio Lucchini, amministratore unico di "Tuscany Charter"; Marco Fermi, responsabile Direzione credito anomalo Ubi Leasing; Aldo Pasotti, responsabile recupero e vendita beni Ubi Leasing; Alessandro Miele, titolare studio navale; Antonio e Sergio Bertoni, rispettivamente presidente e componente del Cda del Centro studi "La Famiglia"; Michele Di Leo, amministratore unico CM Aircraft, e Marco Diana, consigliere delegato della Marina di Verbella srl.

Le indagini - segnala l'agenzia Radiocor - riguarderebbero anche l'esistenza di un patto parasociale occulto. Sulla vicenda interviene il gruppo in una nota, precisando - come riporta l'agenzia Radiocor - che i fatti oggetto di indagine sono già stati chiariti in passato: «In relazione alle perquisizioni in atto nel gruppo Ubi Banca, si precisa che le stesse avvengono a seguito di esposti datati 2012» e di un «esposto datato luglio 2013». Nella nota si definisce «massima» la collaborazione fornita alla Guardia di Finanza.

Infatti, tra le prime reazioni a commento delle operazioni in corso da questa mattina negli uffici di manager di Ubi Banca, c'era stata quella di Elio Lannutti, presidente di Adusbef: «Finalmente arrivano le perquisizioni da parte della Guardia di Finanza». In due esposti-denunce, inviate nel novembre 2012 alle Procure della Repubblica di Bergamo e Milano, Adusbef spiega in una nota che aveva chiesto di accertare alcune censurabili condotte dei manager del Gruppo bancario Ubi-Banca, con particolare riferimento alla legge 231/2001 sulla responsabilità amministrativa che in aggiunta alla responsabilità della persona fisica che realizza l'eventuale fatto illecito, aggiunge la responsabilità in sede penale degli Enti per alcuni reati commessi nell'interesse o a vantaggio degli stessi, da persone che rivestono funzioni di rappresentanza, di amministrazione o di direzione dell'ente o di una sua organizzazione dotata di autonomia finanziaria o funzionale e da persone sottoposte alla direzione o alla vigilanza di uno dei soggetti sopra indicati.

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