Da Farage a Wilders. Le facce degli eurofobici guidati da Marine Le Pen
Un minimo comune denominatore, l'opposizione o un atteggiamento fortemente critico nei confronti di Ue ed euro, caratteristiche e posizioni a volte anche molto diverse su altri temi: così si presenta la destra populista e euroscettica premiata dal voto europeo. Ecco una carrellata sui principali leader
di Roberta Miraglia e Michele Pignatelli
2. Gran Bretagna / Nigel Farage (Ukip, Partito britannico per l'indipendenza)
Cinquant'anni appena compiuti, Nigel Farage è uno dei membri fondatori dello Ukip, nato nel 1993 da un'ala scissionista dei Tories in polemica con la ratifica del Trattato di Maastricht. La ragione fondativa del partito è rimasta uno dei suoi obiettivi principali: l'uscita della Gran Bretagna dall'Unione europea. L'operazione compiuta da Farage, leader dell'Ukip dal 2006 e poi di nuovo dal 2010, è stata quella di dare al partito un respiro più ampio, trasformandolo in un grande movimento inserito nella destra liberale europea e sottraendo consensi ai Conservatori. Un'operazione riuscita, come dimostra la costante avanzata del Partito per l'indipendenza, culminata nella conquista del primato assoluto alle ultime elezioni europee, con il 28% dei voti. Nei mesi precedenti il voto si è parlato della possibile alleanza con il Front National francese e con il Pvv olandese per dar vita un unico grande gruppo euroscettico, ma finora Farage ha respinto ogni associazione con il partito della Le Pen, percepito come razzista e antisemita.
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