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Questo articolo è stato pubblicato il 29 maggio 2014 alle ore 15:30.
L'ultima modifica è del 29 maggio 2014 alle ore 17:15.

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Alla riduzione dei 150 milioni prevista da uno degli articoli del Dl 66 si aggiungono anche i 50 milioni di minori ricavi per mancato adeguamento all'inflazione del canone di abbonamento, oltre all'aumento della morosità. Per Gubitosi, quindi, occorrono «immediati interventi» in fatto di recupero dei costi. Però - ha precisato - «il margine é contenuto, considerando che caratteristica imprescindibile dell'attività tv é quella di pianificare con anticipo le stagioni tv, vedasi acquisto di diritti per i Mondiali e altro», quindi il mancato introito di 150 milioni «non può essere tamponato senza impattare in modo negativo sulla gestione aziendale. Quindi intervenire sul perimetro del gruppo Rai».

Per il 2013 + 5 milioni di utile
Gubitosi ha ricordato che gli obiettivi economici prevedevano nel 2013 una lieve perdita, quindi il pareggio nel 2014 e un utile nel 2015. E allo stato dell'arte «si é in linea con il piano, anzi si stava anticipando la tempistica», tanto é vero che nel 2013 si prevedeva un -34 milioni e invece si é arrivati a +5 milioni. Il dg di viale Mazzini ha parlato di risultati ottenuti grazie a una politica di risparmi per 86 milioni a parità di ore prodotte e «a parità di merito», senza cioé considerare ad esempio l'impatto economico che deriva dagli eventi sportivi (ogni anno pari finiscono con il pesare molto, tra Olimpiadi estive ed invernali oppure con Europei e Mondiali di calcio). Anche il mercato pubblicitario ha avuto i suoi effetti sui conti Rai: nel 2013 é stato caratterizzato da una caduta di 12 punti, e però Rai Pubblicità - dopo il cambio di management, ha precisato Gubitosi - ha aumentato la quota di mercato con ricavi per 682 milioni, «in linea con il Piano industriale del marzo 2013», quando la 'forchettà prevista era tra i 660 e i 675 milioni. E in questo primo periodo dell'anno in corso si é registrato un aumento di 0,5 punti della forza Rai Pubblicità nella raccolta.

Secondo il dg di viale Mazzini, a questo punto proprio la cessione di quote minoritarie di Rai Way (altra norma contenuta nel dl 66, ndr) finisce con l'essere ad oggi «l'unica possibilità che consentirebbe di generare in poco tempo una plusvalenza per evitare di incorrere nella fattispecie» degli articoli del codice civile. La tempistica dev'essere «molto serrata» e il Cda ha autorizzato l'avvio delle procedure preliminari, tanto che a settembre potrebbe essere presentata una proposta definitiva al riguardo. «Occorre assoluta tempistività - ha sottolineato Gubitosi - contestualmente alla revisione del piano industriale. L'operazione Rai Way appare centrale per ovviare al mancato introito di 150 milioni». Il dg ha infatti rilevato che «non c'é certezza su canone e recupero evasione, e quindi Rai Way rimane l'unica via oggi percorribile. L'operazione sembra fattibile, anche se la volatilità dei mercati potrebbe impattare in modo negativo o positivo».

Gubitosi,auspicabile un canone più basso ma pagato da tutti
Per il dg sarebbe auspicabile un canone Rai «più basso» ma «pagato da tutti». Gubitosi ha sottolineato inoltre di essere d'accordo con un 'canone socialé, ovvero «le fasce più deboli vanno sempre protette», prestando ovviamente attenzione perché accade anche che ci sia qualcuno che dichiari un reddito molto basso e in realtà é un evasore fiscale. Gubitosi ha detto che i «leggeri meccanismi di esenzione credo che possano essere aumentati». E le risorse recuperate con la lotta all'evasione «potrebbero anche servire ad abbassare il costo del canone, sarebbe una misura di giustizia sociale e sarebbe auspicabile». Come pure «un intervento che renda il canone pagato da tutti ma meno». Come fare?, si é chiesto Gubitosi. «Ci sono tante forme per procedere ma esula dalla mia competenza», si é risposto lo stesso dg della Rai.

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