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Questo articolo è stato pubblicato il 30 maggio 2014 alle ore 10:25.
L'ultima modifica è del 30 maggio 2014 alle ore 14:35.

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Disoccupazione al 12,7%
La recessione, ha osservato Visco, «si è riflessa pesantemente sul numero degli occupati e quindi sui redditi delle famiglie». La perdita di oltre un milione di posti di lavoro al 2013, ha inoltre precisato, si è verificata quasi interamente nell'industria ed «è anche diminuito il numero medio di ore lavorate». Il governatore ha ricordato poi che «il tasso di disoccupazione è più che raddoppiato rispetto al minimo toccato nel 2007 al 12,7% dello scorso marzo».

Visco ha poi toccato anche il tema prezzi. Una dinamica troppo contenuta dell'inflazione «va contrastata con fermezza, anche per evitare che si radichi nelle attese di medio periodo» ha avvertito il Governatore.

Bene sgravi fiscali ma serve aumento occupazione
«Anche se vi sono segni di miglioramento della fiducia, la necessità di compensare l'erosione dei risparmi accumulati, l'incertezza sulle prospettive dei redditi nel medio e lungo periodo continueranno a gravare sui consumi delle famiglie. Questi potranno trarre beneficio dagli sgravi fiscali di recente approvazione, ma non diventeranno forza trainante di ripresa senza un duraturo aumento dell'occupazione». Visco ha rilevato che «Il lascito della recessione é pesante». Molte imprese italiane - ha detto - «hanno saputo difendere, in alcuni casi aumentare, le loro quote sui mercati esteri; é tornata in attivo la bilancia corrente, anche al netto degli effetti del ciclo. Ma la caduta dell'attività rivolta all'interno é stata drammatica: nel complesso la produzione industriale si é contratta di un quarto». Visco ha ricordato che «nell'ultimo trimestre del 2013, mentre le esportazioni erano quasi tornate ai livelli della fine del 2007, i consumi delle famiglie erano ancora inferiori di circa l'8 per cento, gli investimenti del 26, con una perdita di capacità produttiva nell'industria dell'ordine del 15 per cento».

In questo scenario rilanciare i consumi e l'occupazione è prioritario. Ma non solo. Per l'Italia, ha aggiunto Visco, resta fondamentale proseguire nella strada del risanamento dei conti pubblici. «La riduzione del rapporto tra debito e prodotto resta la sfida ineludibile». «La sua velocità - ha spiegato -dipende dal ritorno a una crescita stabile e sostenuta. Crescita economica ed equilibrio di bilancio non possono che essere perseguiti congiuntamente».

Visco: sacrifici sui conti pubblici non vadano sprecati
L'Italia ha ottenuto risultati importanti nel quadro della finanza pubblica, ottenuti «con tanto sacrificio» e quindi «non vanno dispersi» ha ricordato il Governatore di Bankitalia. Visco ha segnalato che il disavanzo al 3% del prodotto é al di sotto della media europea, che il surplus primario é il più elevato in Europa, insieme a quello della Germania e che «siamo vicini al pareggio strutturale dei conti pubblici». Non solo, ma «le riforme degli anni passati hanno ridotto la pressione esercitata dalle tendenze demografiche sula spesa pubblica, pressione che resta invece forte in molti altri paesi dell'Unione». Tutti questi risultati, ha affermato, «rendono possibile intraprendere azioni di sostegno alla crescita, proseguendo ad esempio nell'accelerazione dei tempi di pagamento delle pubbliche amministrazioni e nella riduzione del cuneo fiscale sul lavoro». Per Visco, le regole di bilancio che abbiamo condiviso in Europa «sono volte ad assciurare nel tempo la sostenibilità dei conti pubblici» e «i margini di flessibilità che esse consentono possono essere sfruttati nell'ambito di una strategia convincente di riforme strutturali, volta al perseguimento di obiettivi chiari e credibili». «Un'azione capillare di recupero di efficienza nella pubblica amministrazione, condotta nell'ambito della revisione della spesa, può favorire una ricomposizione del bilancio a vantaggio delle poste più produttive. A questo obiettivo - ha chiarito - dovrebbe accompagnarsi un maggior ricorso tra le entrate, a quelle meno distorsive, a livello centrale e locale».

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