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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2014 alle ore 06:37.

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Parole che Squinzi condivide, consapevole che il credito bancario non tornerà a crescere a ritmi pre-crisi: «Le imprese quindi dovranno ridurre l'esposizione verso le banche e avere accesso diretto al mercato dei capitali, aprendosi ovviamente alle analisi degli investitori». Nell'agenda per il credito si guarderà a tutte le fonti di finanziamento per le imprese e agli strumenti che possono essere messi in campo per potenziarle: «Dalle garanzie per il credito bancario all'apporto di maggiori capitali da parte degli imprenditori, dallo sviluppo di strumenti di debito alternativi all'ingresso nel finanziamento delle pmi di nuovi intermediari del risparmio alla riduzione dei tempi di pagamento delle fatture, che abassa il capitale circolante richiesto».
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LE PRIORITÀ
Ripartire dal manifatturiero
Il Centro studi di Confindustria ha evidenziato la perdita di un milione e 160mila posti di lavoro e la scomparsa di 120mila fabbriche in 13 anni. Il presidente Giorgio Squinzi ha tratto «da questo bilancio negativo ancora più forte la convinzione di rivolgere tutti i nostri sforzi al rilancio del manifatturiero», senza il quale «non ci può essere crescita. E senza crescita è impossibile generare lavoro». Il presidente di Confindustria ha ricordato come l'Italia ha perso a seguito dell'impatto negativo della recessione il 15% di capacità produttiva
Agenda per il credito
Bisogna rilanciare gli investimenti e Squinzi ha annunciato che Confindustria sta preparando un'Agenda per il credito. Il presidente è consapevole che il credito bancario non tornerà a crescere a ritmi pre-crisi: «Le imprese quindi dovranno ridurre l'esposizione verso le banche e avere accesso diretto al mercato dei capitali, aprendosi ovviamente alle analisi degli investitori». Nell'agenda per il credito si guarderà a tutte le fonti di finanziamento per le imprese e agli strumenti che possono essere messi in campo per potenziarle
Il lavoro al centro di tutto
Al centro di tutto, ha ricordato Squinzi, va messa l'occupazione: «Il lavoro deve essere la nostra priorità assoluta. Priorità che deve orientare tutte le nostre azioni». Su questo argomento si è soffermato anche il vice presidente per il Centro studi, Carlo Pesenti: «Manifattura vuol dire lavoro, è uno dei più grandi problemi. E il lavoro deve essere un dovere: abbiamo il dovere di crearlo per rispetto delle generazioni passate, che hanno costruito l'Italia, ma soprattutto per garantire un futuro alle nuove generazioni. Il tasso di disoccupazione è inaccettabile»
Cambio di mentalità
«Non siamo vittime di un destino crudele e ineluttabile. Occorre – ha detto Squinzi – un cambio di mentalità, una svolta chiara e decisa. E mi pare che si stanno creando le condizioni per tale svolta». Qualcosa si sta muovendo: «Mi ha fatto molto piacere che il presidente del Consiglio in più di un'uscita pubblica abbia sottolineato l'importanza dell'industria». Le attuali difficoltà, ha concluso, non dimostrano che «la nostra industria e i nostri imprenditori siano immobili e rassegnati. Tutt'altro. Danno grandi segni di insospettata vitalità»

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