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Questo articolo è stato pubblicato il 08 giugno 2014 alle ore 08:14.

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Si potrebbe concludere la breve antologia con una indicazione buddhista originale e, al tempo stesso, preziosa in ogni epoca e latitudine: «Il Saggio proclamò la calma coscienziosa come la via dell'immortalità, / mentre la trascuratezza la proclamò come la via della morte. / Perciò pratica costantemente e con rispetto la calma coscienziosa, / al fine di veder sviluppati in te i Dharma virtuosi» (str. 13). Il testo infatti, richiamando le parole del Risvegliato, privilegia al di là di ogni formalismo religioso la ricerca su se stessi, additando come via di elezione verso la salvezza del nirvana «la calma coscienziosa», cioè la concentrazione attenta e insieme distaccata in tutti gli atti che si compiono, di qualsiasi natura. Questo atteggiamento, infatti – spiega l'ultimo verso espresso in termini squisitamente buddhisti – favorisce i fattori di esistenza (dharma) capaci di generare sentimenti costruttivi, forieri di serenità e di gentilezza amorevole, benefici per chi li prova e, secondo la causalità universale alla quale si è in breve accennato, per la natura e per l'intera umanità.
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