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Questo articolo è stato pubblicato il 17 giugno 2014 alle ore 06:36.
L'ultima modifica è del 17 luglio 2014 alle ore 16:35.

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ROMA - L'energia elettrica prodotta e venduta all'interno delle reti elettriche private dovrà comunque sobbarcarsi la sua quota di oneri "di sistema" (anche se ridotta al 10% rispetto a quanto caricato sulle bollette di tutti). Le Ferrovie manterranno gli sconti sull'elettricità solo per i servizi essenziali. Molte attività del gestore dei servizi energetici (Gse) saranno finanziate direttamente dagli operatori e non con le bollette, che saranno sgravate anche dagli sconti riservati ai dipendenti delle società energetiche.

E anche le isole che godono di contributi per la generazione autonoma dovranno fare la loro parte: i sussidi verranno ridotti e delimitati agli impianti che saranno resi più efficienti. Mentre qualche rallentamento degli aiuti che pesano sulla componente A3 delle bollette dovrà venire anche dai tagli ai trasferimenti alla Sogin, che si occupa di smantellamento delle vecchie centrali nucleari ma che deve coordinare anche la costruzione del deposito nazionale unico delle scorie radioattive.

Basterà tutto ciò a finanziare la manovra da 1,5 miliardi l'anno necessaria a sgravare del 10% - come ha promesso il Governo - i costi elettrici delle piccole e medie imprese? Niente affatto. Gli sconti ai lavoratori elettrici valgono meno di 10 milioni l'anno, i contributi dell'elettricità "privata" (i Seu, sistemi efficienti di utenza, e le sue varianti) poco più di un centinaio di milioni di euro l'anno. E il ridimensionamento degli sconti alle ferrovie e dei sussidi alle isole comunque non aggiungeranno molto.

I tecnici dei ministero dell'Economia e dello Sviluppo che stanno mettendo a punto la manovra lo sanno bene. E sanno bene che mancano all'appello (e comunque non se ne aveva notizia fino alla tarda serata di ieri) le misure più difficili. Prova ne sia che alle azioni giudicate indispensabili ma ancora prive di contenuti è dedicato un articolo della bozza di decreto che ha, per ora, solo un titolo seguito da un testo in bianco: quello sugli "Interventi incentivanti dell'elettricità prodotta da impianti fotovoltaici", ovvero l'annunciata revisione dei rimborsi ventennali concessi negli scorsi anni ai produttori di energia solare.

Revisione assai controversa (si veda Il Sole 24 Ore di domenica), oggetto anche ieri di un fuoco di sbarramento a colpi di minacce degli operatori pronti ad una serie di ricorsi sulla base di una raffica di pareri dei giuristi che rimarcano l'illegittimità di un taglio retroattivo ai sussidi posti a garanzia degli investimenti "verdi". A complicare ulteriormente lo scenario, rendendo ancora più impegnativo l'equilibrio economico dell'operazione, c'è l'allargamento della platea dei beneficiari disposto nell'articolo 4 dell'ultima bozza riservata del provvedimento: lo sconto del 10% sarà infatti assicurato ai consumatori «diversi dai residenziali e dall'illuminazione pubblica» collegati in media e bassa tensione «con potenza impegnata non inferiore a 16,5 kW», mentre inizialmente si ipotizzava una soglia di 55 kilowatt.
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