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Questo articolo è stato pubblicato il 22 giugno 2014 alle ore 14:31.
L'ultima modifica è del 23 giugno 2014 alle ore 08:32.

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Il premier Renzi ha dato indicazioni chiare di un cambio di direzione nella lotta all'evasione. Ha detto che l'Agenzia delle entrate deve essere un consulente del contribuente. Quale sarà il ruolo della Guardia di Finanza?
Noi siamo una forza di polizia e non assolviamo a compiti di gestione o di amministrazione dei contribuenti o di dati che li riguardano. Con l'Agenzia delle entrate collaboriamo bene da anni e sono sicuro che continueremo a farlo con il nuovo direttore, la dottoressa Orlandi, che è una persona che stimo molto, avendo lavorato con lei in Toscana. Ma il nostro lavoro è molto diverso da quello dell'Agenzia. Noi contrastiamo gli illeciti tributari più complessi e insidiosi, che spesso impongono anche l'esercizio dei poteri di polizia giudiziaria.

Renzi ha anche definitivamente chiuso l'epoca dei blitz, tipo Cortina. Secondo il premier sono dannosi.
Approfitto di questa domanda per ribadire quanto da tempo vado sostenendo, ossia che la Guardia di Finanza non fa "blitz". Non è una metodologia d'intervento che condividiamo e, come detto in altre circostanze, faccio presente che il Corpo non ha partecipato al blitz di Cortina. Noi svolgiamo un'attività costante sul territorio, con migliaia di controlli silenziosi, per acquisire informazioni non sempre disponibili nelle banche dati e prevenire e contenere la propensione all'evasione di massa.

Intanto il governo con il decreto Irpef ha alzato l'asticella puntando a recuperare ben 3 miliardi in più dalla lotta all'evasione. Un risultato da centrare anche con la Guardia di Finanza...Come farete?
Nonostante la caduta dei consumi e la crisi economica l'attività di recupero dell'evasione procede con risultati sempre migliori. Questo grazie a un cambio di strategia che ci ha fatto mettere in primo piano la qualità dei controlli rispetto alla loro quantità. Puntiamo sempre di più su un'analisi preventiva di rischio sui soggetti che evadono e concentriamo gli sforzi lì dove ci sono risorse che si possono effettivamente recuperare. Ci concentriamo sempre di più sui fenomeni più gravi e insidiosi: in particolare, l'azione dei reparti sarà indirizzata nei confronti dei fenomeni di evasione internazionale, dell'economia sommersa e delle frodi fiscali. A tal proposito, voglio ricordare che nei primi cinque mesi di quest'anno i reparti del Corpo hanno avanzato proposte di sequestri patrimoniali per reati fiscali per circa 1 miliardo di euro e già eseguito misure ablative per quasi 500 milioni di euro.

Quanto la crisi sta favorendo l'economia in nero?
La crisi finanziaria degli ultimi anni ha comportato una riduzione dei profitti delle imprese nazionali, con conseguente contrazione del gettito per l'erario. In tale contesto, per molti imprenditori marginali è stata sicuramente forte la tentazione di "inabissarsi" nel "nero", allo scopo di ridurre al minimo i costi e massimizzare i guadagni.

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