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Questo articolo è stato pubblicato il 23 giugno 2014 alle ore 12:01.
L'ultima modifica è del 23 giugno 2014 alle ore 22:28.

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Giunta? Spero in buona fede. Errori della Gdf
Quanto alle decisioni che dovrà prendere la Giunta sull'eventuale "fumus persecutionis", Galan ha detto: «Se rispondo fino in fondo sono un pò irrispettoso. Io fino a prova contraria spero sempre nella buona fede delle persone e spero che si leggano bene le carte. Non mi sento né un perseguitato dai magistrati né tradito dagli amici», ha detto ricordando che mercoledì parlerà in Giunta alla Camera. Poi ha aggiunto: «Ritengo che i magistrati siano stati indotti in errore da una falsa rappresentazione preparata dalla Guardia di finanza su basi presuntive e non documentali. La Gdf ha fatto un lavoro modesto e scadente tale da indurre in errore». Ma nella memoria difensiva depositata si legge che «nel procedimento penale si è manifestato nei confronti di chi scrive un 'fumus persecutionis' evidentissimo».

Su Minutillo omissis, Baita uomo di cinismo feroce
Alla ex segretaria Galan ha lanciato varie bordate. «La Minutilo non l'ho mandata via più di otto anni fa per l'antipatia che aveva con mia moglie, figurarsi.... La verità é che era antipatica a tutti, nessuno la sopportava. Ed era la segretaria più lussuosamente e costosamente vestita dell'emisfero boreale. Su di lei vorrei prima parlarne con i giudici, solo su questo scusatemi ma faccio degli omissis». Ma «certo, qualche dubbio mi viene, quando vedo che con le sue dichiarazioni ha ottenuto, dopo aver fatto quello che ha fatto, un patteggiamento di un anno», ha detto Galan, che ha definito l'altro suo accusatore nell'inchiesta Mose, il manager veneziano Piergiorgio Baita, «un uomo di intelligenza elevatissima, ma di un cinismo feroce, uno davvero capace di tutto».

Pm a Tribunale Riesame: su Galan intercettazioni, si parla fondi estero
A carico di Gianfranco Galan, però, emergono delle intercettazioni ambientali che gli attribuiscono fondi non ben precisati portati all'estero. Lo ha reso noto, davanti ai giudici del riesame, il pm Stefano Ancillotto che con i colleghi Paola Tonini e Stefano Buccini sta gestendo l'inchiesta.

Procura: riconducibili Galan affari 50 milioni
Nelle carte dell'inchiesta Mose si parla inoltre di «cospicue operazioni commerciali nel Sud Est asiatico» nell'ordine di 50 milioni di dollari, trovate in documenti in possesso del "prestanome" Paolo Venuti, per le quali emergerebbe «la riconducibilità alla famiglia Galan». Lo affermano i pm nella richiesta al gip degli arresti del 4 giugno scorso.

Si scioglie il consiglio comunale di Venezia
Nel frattempo, il consiglio comunale di Venezia è giunto nella serata di lunedì al capolinea. Alla fine di una seduta-fiume, iniziata poco dopo le 13, 24 consiglieri di maggioranza hanno rassegnato contemporaneamente le dimissioni, facendo decadere l'intera assemblea municipale. Ora si attende la nomina del commissario che potrebbe assumere l'incarico già mercoledì prossimo. Prima dello scioglimento, il consiglio aveva approvato una mozione del centrosinistra per il superamento della "concessione unica" e lo scioglimento del Consorzio Venezia Nuova, oltre al rendiconto di bilancio del 2013.

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