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Questo articolo è stato pubblicato il 26 giugno 2014 alle ore 10:09.
L'ultima modifica è del 26 giugno 2014 alle ore 15:00.

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Disoccupazione al 12,5%, 1 mln di persone ha perso lavoro durante crisi
La disoccupazione resterà ancora alta nel prossimo biennio: nel 2014 infatti il tasso si assesterà al 12,6%. Nel 2015 inizierà una leggera flessione, dai massimi del primo trimestre, ma non calerà sotto il 12,5%. Anzi, compresa la Cig sarà ancora pari al 13,5% alla fine del periodo. «Complessivamente durante la crisi un milione di persone hanno perduto il posto» di lavoro. Un numero «che quasi raddoppia in termini di Ula», il dato statistico della unità di lavoro. Lo calcola il centro studi di Confindustria. «L'occupazione misurata con le unità di lavoro - stima - cade dello 0,6% nel 2014 e sale dello 0,4% nel 2015». Questi i principali indicatori rispetto ai livelli pre-crisi: -9% Pil, -23,6% produzione industriale, -43,15% costruzioni, -8% consumi famiglie, -27,5% investimenti, -7,8% di occupazione e quasi 2 milioni (1,968) di unità di lavoro perse.

Investimenti fissi ancora in calo nel 2014
Gli investimenti fissi lordi caleranno ancora nel 2014, sebbene a ritmi più contenuti. La contrazione prevista dal Centro studi Confindustria é dello 0,7% contro il -4,7% del 2013 e il -8% del 2012. Il rimbalzo é previsto nel 2015, con un incremento del 2%. Anche gli investimenti in costruzioni, secondo il Csc, riprenderanno il segno positivo nel 2015 con un +0,8%, dopo un ulteriore calo dell'1,9% nel 2014. Nel 2013 il calo degli investimenti in costruzioni é stato del 6,7%, dopo il -6,1% del 2012.

Fondi Ue strategici per rilanciare la crescita
In questo scenario, i fondi strutturali Ue (vecchia programmazione e nuova) sono un'occasione «imperdibile di rilancio», anche «per rimettere in moto gli investimenti». Anche perché il maggior ottimismo (o minor pessimismo) di famiglie e imprese non si traduce più automaticamente in coerenti comportamenti di spesa.
Il nuovo ciclo di programmazione dei fondi Ue segnerà un cambio di passo «se saprà trasformare le criticità in fattori di successo. Come? «Assicurando il completo utilizzo delle risorse residue del ciclo 2007- 2013; accelerando l'utilizzo dei fondi nazionali per la politica di coesione; orientando i nuovi programmi innanzitutto alla competitività; definendo in ciascuna regione le strategie di specializzazione intelligente; adottando piani di potenziamento dell'efficienza amministrativa mirati soprattutto al miglioramento dei servizi alle imprese; rendendo operativa l'agenzia per la coesione»

Pressione fiscale effettiva oltre il 52,5%
Tra gli altri elementi di criticità: la continua erosione della competitività di costo (Clup) e la pressione fiscale che rimane elevata, poco sotto il 44% del Pil, mentre quella effettiva arriva al 52,5%.

Prosegue restrizione credito imprese
La riduzione del credito per le imprese italiane è proseguita nei primi mesi di quest'anno. Ma si registra qualche segnale di attenuazione. Secondo il Centro Studi di Confindustria, nel complesso, lo stock di prestiti è calato del 10,8% in due anni e mezzo, per un totale di -99 miliardi di euro. Sono tante le aziende che «non ottengono i prestiti che chiedono: nel manifatturiero a maggio erano il 15,2%, una percentuale più che doppia rispetto al 6,9% della prima metà del 2011».

Instabilità politica attenuata, azione del governo energica
Da segnalare poi la «turbolenza del quadro politico», che «rimane un freno», anche se Csc riconosce che in questa fase l'instabilità politica «si è molto attenuata e abbia preso corpo nel Paese l'aspettativa di importanti riforme, a cominciare da quelle istituzionali». Un'aspettativa fondata «sull'energico impulso impresso dal Governo per ottenere presto significativi cambiamenti». Tuttavia l'Italia cammina sul filo di un rasoio». E «molti tasselli del mosaico del rilancio devono ancora essere incastonati al posto giusto»

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