I nuovi benefattori e gli stili della filantropia. Per gioco, esibizionismo o veri intenti solidali.

I soldi possono davvero comprare la felicità solo se spesi per altre persone o cause sociali e umanitarie, come hanno dimostrato i ricercatori dell'Università canadese della British Columbia, in collaborazione con la Scuola di economia dell'Università di Harvard. C'è poi chi del denaro decide di liberarsi. «Per soddisfare i nostri bisogni dipendiamo dai soldi. Possiamo, però, farne a meno». In Inghilterra, Mark Boyle – laureato in Economia e fondatore di Freeconomy (una comunità online che promuove la condivisione di abilità e proprietà) - ha smesso di usare i soldi nel novembre 2008. E così ha vissuto, in una roulotte donata da un amico, «tra alimenti di stagione, pannelli solari, programmi di scambio di competenze, dentifricio a base di ossi di seppia e compost toilet», come si legge nel libro nato da questa esperienza («The moneyless man» - «L'uomo senza soldi», editore Ultra). Le royaltes di questo libro, e anche del prossimo, saranno destinate al progetto "La casa libera" (tre ettari di terreno destinati alla permacultura) e a un centro di formazione su ecologia, comunità e giustizia sociale.