Un po' più grassi, ma si vive di più. Così ci vede l'Ocse
Siamo un po' più grassi che nel 2004, ma fumiamo meno che nel 2000, e beviamo meno alcol. Le nuove statistiche Ocse sulla salute
di Flavia Foradini
2. Rapporto Ocse sulla salute/Spesa sanitaria
In Europa, nel 2012 la spesa sanitaria è diminuita fortemente in Grecia (-25% rispetto al 2009), ma è arretrata in termini assoluti anche in Italia, Portogallo, Spagna, Repubblica Ceca e Ungheria. Va meglio al di fuori del Vecchio Continente, dove i numeri sono positivi, come in Corea del Sud, Stati Uniti, Messico e Cile. Per il nostro Paese, le stime Ocse per il 2013 danno un'ulteriore diminuzione del 3% in termini reale per il nostro Paese. Nel 2012 la spesa sanitaria italiana globale rappresentava tuttavia il 9,2% del Pil, una percentuale sostanzialmente in linea con la media dei paesi Ocse (9,3%, nel 2011 9,2%), ma assai inferiore di altri Paesi europei come i Paesi Bassi (11,8%), la Francia (11,6%), la Svizzera (11,4%) e la Germania (11,3%), nonché degli Stati Uniti, dove la spesa per la sanità nel 2012 ha toccato il 16,9% del prodotto interno lordo. In quasi tutti i Paesi dell'Ocse è il settore pubblico ad alimentare la sanità. In Italia, nel 2012 il 77,3% della spesa sanitaria è stato sostenuto da fonti pubbliche (Ocse: 72,3%). Negli ospedali i posti letto per 1.000 abitanti sono diminuiti nel nostro Paese da 4,7 nel 2000 a 3,4 nel 2012 (media Ocse: 5,6 nel 2000 e 4,8 nel 2012), il che ci assegna il 20° posto su 34 Paesi. Pochi anche gli infermieri rispetto alla media Ocse di 8,8 per mille abitanti nel 2012. In Italia: 6,4.
Tutti i dati su: www.compareyourcountry.org/health e http://stats.oecd.org/index.aspx?DataSetCode=HEALTH_STAT
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