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Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2014 alle ore 09:02.
L'ultima modifica è del 01 luglio 2014 alle ore 10:59.

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Nicolas Sarkozy (Olycom)Nicolas Sarkozy (Olycom)

Parigi - Dalle otto di questa mattina, l'ex presidente francese Nicolas Sarkozy si trova in stato di fermo nei locali della polizia giudiziaria di Nanterre, alle porte di Parigi. Il fermo, che può durare 24 ore ed essere prorogato per altre 24, è stato deciso per poter interrogare Sarkozy nell'ambito di un'inchiesta sulle informazioni riservate che l'ex presidente avrebbe ottenuto da alcuni magistrati della Corte di Cassazione sulle indagini in corso nei suoi confronti in cambio di promesse su possibili avanzamenti di carriera. I reati su cui si sta indagando sono quindi millantato credito e violazione del segreto istruttorio.
Si tratta della prima volta in cui si ricorre al fermo nei confronti di un ex presidente. Proprio nel momento in cui si moltiplicano le voci su un ritorno di Sarkozy sulla scena politica in vista delle presidenziali del 2017.

Dal punto di vista giudiziario, la vicenda è abbastanza complessa. Tutto parte dall'inchiesta condotta dalla magistratura di Bordeaux sulle pressioni che Sarkozy avrebbe esercitato sull'anziana miliardaria Liliane Bettencourt, azionista principale del gruppo L'Oréal, per ottenere dei finanziamenti alla campagna presidenziale del 2007. Anche se l'indagine si è chiusa con un non luogo a procedere, i magistrati hanno ritenuto opportuno trasferire ai colleghi parigini che si occupano di altre due inchieste (sul sospetto finanziamento illecito di quella stessa campagna da parte della Libia e sul possibile intervento a favore del finanziere Bernard Tapie nel contenzioso con lo Stato sul fallimento del Crédit Lyonnais) le agende di Sarkozy, che testimoniano di appuntamenti sospetti.

Forti di questi nuovi elementi, i magistrati parigini mettono sotto controllo il telefono dell'avvocato di Sarkozy, Thierry Herzog. E dalle intercettazioni emergerebbe appunto l'esistenza di una vera e propria rete di informatori all'interno della Cassazione. Grazie a loro, Herzog e Sarkozy avrebbero saputo anche delle intercettazioni in corso e si sarebbero quindi dotati di un nuovo telefono cellulare, intestato all'inesistente Paul Bismuth, per comunicare tra loro.

Nell'ambito di questa inchiesta erano già stati fermati ieri (e il loro fermo è stato prolungato a oggi) proprio Herzog e due magistrati di Cassazione, Gilbert Azibert e Patrick Sassoust.

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