Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2014 alle ore 08:25.
L'ultima modifica è del 03 luglio 2014 alle ore 10:55.

My24

Dopo la Grecia e l'isola di Cipro è toccata alla Bulgaria (molto più solida dei primi due, Moody's gli assegna lo stesso rating dell'Italia) assistere a una corsa agli sportelli bancari in Europa, un evento che ha messo sotto pressione il sistema finanziario della paese dell'Est. I problemi sono emersi a giugno quando la banca centrale bulgara è stata costretta a prendere temporaneamente il controllo di uno dei due più grandi istituti di credito nel paese a causa di problemi di liquidità mentre per il secondo si è assistito solo a un deflusso dei depositi.

La Bulgaria ha i conti pubblici in ordine (debito al 22% del Pil, deficit al 2%), ma soffre di un forte calo demografico dovuto a emigrazione e calo della natalità.
«Ci aspettiamo che ci saranno alcune conseguenze a breve termine – dice Chloe Parkins, di Oxford Economics - con una riduzione sia degli investimenti esterni che interni a causa dell'impatto di queste corse agli sportelli bancari sulla fiducia dei consumatori e delle imprese. Tuttavia, ci aspettiamo che l'impatto sarà di breve durata grazie a un sostegno finanziario da parte dell'Ue e dell'Fmi, così come decisiva è stata la velocità con cui il governo di Sofia ha reagito alla sfida».

La grave crisi finanziaria ha avuto inizio quando due delle più grandi banche della Bulgaria, la banca Centrale Commerciale e la First Investment Bank, si sono viste assalire gli sportelli dai correntisti, fatto che ha causato una carenza di liquidità a giugno che ha minacciato la sicurezza dei depositi dei clienti. Un evento che ha costretto la Banca nazionale centrale ad intervenire il 20 giugno. La corsa agli sportelli con lunghe code davanti alle banche è iniziata quando sono arrivati ai clienti delle due istituti dei messaggi falsi e anonimi via mail e sms allarmanti sulla situazione delle due banche. Le autorità hanno arrestato sette persone con l'accusa di aggiotaggio. Resta misterioso il movente dell'operazione.
A quel punto la Banca centrale è intervenuta e ha preso il controllo temporaneo della Banca Centrale Commerciale (per un periodo attualmente fissato a tre mesi), perché la corsa agli sportelli e ai bancomat avevano portato alla chiusura temporanea di alcune filiali di entrambe le banche colpite.

Il governo di Sofia e la Banca centrale hanno agito rapidamente, e successivamente è arrivato il via libera della Ue agli aiuti di Stato al sistema bancario per 1,7 miliardi di euro (pari al 4% del Pil bulgaro), iniezione di liquidità che ha evitato il potenziale collasso del sistema bancario. Questa operazione dovrebbe consentire alle banche di continuare a concedere prestiti alle imprese e ai consumatori, così da evitare un crollo degli investimenti e dei consumi e ulteriori corse agli sportelli bancari.

L'italiana UniCredit è presente in loco con la prima banca del paese. In Bulgaria, UniCredit «è messa particolarmente bene. Siamo lunghissimi di capitale. La nostra banca va bene e macina utili». Lo ha detto Paolo Fiorentino, vice-direttore generale di UniCredit, commentando gli sviluppi in Bulgaria. In Bulgaria, ha spiegato Fiorentino, «c'è stato un problema specifico di una banca e lì c'è stato un pò di panico» ma noi «prendiamo quote di mercato, abbiamo una banca solida e un capitale elevato. È un mercato al quale guardiamo con grande fiducia». Secondo alcuni analisti la crisi delle due banche bulgare avrebbe paradossalmente avvantaggiato le banche a proprietà straniera, come la controllata di Unicredit e dell'austriaca Raiffeisen, a cui si sono rivolti alcuni correntisti locali "in fuga" dalle due banche colpite dai rumors.

In ogni caso questo evento ha colpito la fiducia degli investitori, al punto che l'indice borsistico locale, il Sofix è calato in una settimana del 5%, la maggior perdita dal 2008. Da quando la Ue ha annunciato gli aiuti finanziari, la situazione è andata via via stabilizzandomi. Fortunatamente il debito è al 22% del Pil e il deficit è al 2% ma la stabilità del sistema è importante per la crescita in Bulgaria a causa della sua forte dipendenza dagli afflussi di investimenti stranieri per sostenere la crescita.
I prezzi sono in deflazione a -0,8% nel 2014, un segno di debolezza dell'econommia e come se non bastasse all'orizzonte ci sono le elezioni anticipate previste per ottobre, un'altra fonte di incertezza.
Il premier bulgaro, Plamen Oresharski, ha annunciato il 2 luglio che - in vista del voto anticipato in autunno - presenterà le dimissioni verso la fine di luglio, a condizione che ci sia il quorum necessario in parlamento per votarle.

La settimana scorsa le tre maggiori forze politiche in parlamento - i socialisti (Bsp), i conservatori del Gerb e i liberali del partito della minoranza turca Dps - si sono accordate per tenere elezioni politiche anticipate il prossimo 5 ottobre. Gli ultranazionalisti di Ataka non hanno preso parte alle discussioni e hanno cominciato a boicottare i lavori del parlamento facendo diventare problematico il quorum.
Dopo le dimissioni del governo di Oresharski, appoggiato da Bsp e Dps, il presidente Rossen Plevneliev dovrebbe nominare un governo ad interim. Alla crisi politica in Bulgaria si è arrivati dopo che il 25 maggio scorso il partito socialista ha ottenuto risultati deludenti alle europee.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi