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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2014 alle ore 18:33.
L'ultima modifica è del 18 luglio 2014 alle ore 15:55.

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L'emergenza disoccupazione continua, ma il mercato del lavoro è entrato oggi «in una fase che dà segni di diversità» rispetto al recente passato. Un segnale che qualcosa si muove, che «non attenua per nulla la drammaticità» della situazione. Parlando al question time in Aula al Senato, il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti mostra ottimismo anche sul riordino degli ammortizzatori sociali, e sottolinea che riutilizzando «in modo diverso» le risorse e gli strumenti «già oggi utilizzati» (indennità di disoccupazione, Aspi, nuova Aspi e fondi di solidarietà), il governo conta conta «non di coprire il 100%, ma arrivare piuttosto vicini alla piena copertura della nuova configurazione» degli ammortizzatori prevista dalla riforma del lavoro.

Garanzia Giovani a quota 100mila iscritti, 5mila imprese coinvolte
Poletti difende anche il Programma Garanzia Giovani, che al momento registra oltre 100mila iscrizioni tra gli under 29 e 5mila adesioni da parte delle imprese, numero considerato particolarmente basso da alcuni osservatori. Le imprese per ora coinvolte sono in effetti poche, ammette il ministro, comparate «con le 100mila iscrizioni», ma sono molte «rispetto al fatto che nel paese una cosa del genere non era stata mai fatta», «Spero che questo trend continui», aggiunge Poletti, ribadendo come il lavoro con le Regioni sta procedendo «su un piano di piena e forte collaborazione», nonostante le diversità di partenza tra realtà locali.

Bonus giovani, presto monitoraggio per capire ragioni del flop
A breve, spiega poi il ministro riferendosi al bonus per le assunzioni dei giovani tra i 18 e i 29 anni, introdotto lo scorso anno dal Governo Letta, il governo avvierà un monitoraggio per capire le ragioni del flop del provvedimento. In particolare, si cercherà di capire «se i requisti richiesti alle imprese siano coerenti e rendano possibile all'impresa utilizzare l'incentivo». In pratica, il ministero vuole capire «se i requisiti normativi abbiano in qualche modo ostacolato la piena utilizzazione della legge per capire cosa sia successo veramente e perchè le imprese, che pure si erano prenotate, non abbiano poi proceduto all'assunzione». Il monitoraggio, ha concluso, potrebbe portare ad una «riprogrammazione delle risorse», già stanziate.

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