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Questo articolo è stato pubblicato il 03 luglio 2014 alle ore 15:05.

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La Renzimania non contagia gli inglesi, ma fa adepti tra francesi e spagnoli e abbatte qualche pregiudizio tra i tedeschi. L'apertura del semestre italiano di presidenza dell'Unione europea, inaugurato con il discorso di Matteo Renzi davanti all'Europarlamento a Strasburgo, ha catturato l'attenzione dei media dei principali Paesi Ue - Gran Bretagna a parte – con elogi e critiche.

«La Renzimania si impadronisce dell'Unione europea», titola Le Figaro, sottolineando che l'infatuazione per il presidente del Consiglio italiano è anche una prova dell'attuale declassamento della Francia. «L'Europa – scrive - ha un nuovo protagonista, ma non è Jean-Claude Juncker, il futuro capo della Commissione, né Martin Schulz, rieletto presidente degli eurodeputati. Dopo avere conquistato l'Italia e sedotto una Francia che dubita, la Renzimania ha fatto incursione nel Parlamento europeo, rinnovato ma sempre alla ricerca di una direzione chiara».

Per Le Figaro, Renzi gioca sul carisma e la determinazione. Ma «sulla sostanza, i fan del fiorentino sono rimasti delusi», nota il quotidiano, dando spazio alle critiche dei conservatori del Ppe, capeggiati dal tedesco Manfred Weber, che ha ribadito il no all'allentamento delle regole di bilancio.

Le Monde, con il titolo «La nuova odissea del Telemaco Matteo Renzi», ha toni piuttosto elogiativi. «Molto applaudito dagli eurodeputati, il presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi ha mantenuto le promesse di rigeneratore dell'Europa». «Poiché non era maggiorenne al momento del Trattato di Maastricht del 1993, si vede nella posizione di Telemaco nella nuova Odissea europea. Per lui, il figlio di Ulisse non si è accontentato di aspettare suo padre. È partito alla sua ricerca».

«Forte del successo» alle elezioni europee, in cui il Pd ha avuto oltre il 40% dei voti, Renzi – continua le Monde - «conta di utilizzare il suo capitale per cambiare l'Europa, ma cercando di mantenere l'immagine del buon alunno che accetta di fare le riforme». Dopo avere tratteggiato le priorità di Renzi, il quotidiano constata che il tedesco Weber «non soccombe alla Renzimania» e ha messo il dito nella piaga del debito pubblico italiano.

Libération usa toni positivi titolando online: «Renzi risveglia l'Europa». Ma in un'intervista, il politologo Marc Lazar pone le domande che molti si fanno: «È una politica di comunicazione o una reale azione politica? Questo formidabile leader politico sarà all'altezza delle sue ambizioni? È capace di onorare le promesse e soddisfare le speranze che ha suscitato in Italia e all'estero senza deludere i suoi sostenitori?».

Les Echos mette in evidenza «i limiti intrinseci della Renzimania». La terza economia dell'eurozona «deve ancora uscire dalla sua letargia», sottolinea il quotidiano economico francese. «Le priorità economiche del semestre italiano restano relativamente vaghe… manca ancora un grande progetto mobilitatore concreto. Senza contare la vaghezza persistente sul margine di flessibilità richiesta per i conti pubblici» e le divergenze tra Graziano Del Rio e Pier Carlo Padoan sull'opportunità di rimettere sul tavolo gli eurobond.

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