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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2014 alle ore 08:14.
ROMA
Arriva ai piani alti l'inchiesta della Procura di Roma sul "giro" delle false attestazioni per partecipare al mercato degli appalti pubblici. Proprio nei giorni in cui Raffaele Cantone, ex magistrato e presidente dell'Autorità anticorruzione, comincia il lavoro di riordino della vecchia (e soppressa) Autorità di Vigilanza sugli appalti, le indagini del Nucleo speciale per la tutela dei mercati, gruppo Lavori pubblici della Guardia di Finanza di Roma, mettono nel mirino proprio due ex presidenti e alcuni attuali dirigenti dell'Authority di Via Ripetta, con un arresto e cinque indagati.
Ai domiciliari è finito l'ex presidente dell'Autorità dei contratti, Giuseppe Brienza. Insieme a lui, risultano indagati per abuso dufficio l'ex presidente dell'Avcp e della Corte dei conti Luigi Giampaolino (ora in pensione), il direttore generale della Vigilanza lavori dell'Autorità Maurizio Ivagnes, il funzionario dell'ufficio Qualificazione Maria Grassini, oltre a Mario Calcagni, amministratore di Axsoa e Alfredo Gherardi, amministratore della Soanc.
Tutto parte dal filone di indagini relativo ad Axsoa, una delle 26 società abilitate in Italia a certificare le imprese di costruzione interessate ai lavori pubblici. Da quell'operazione sono scattati, ormai diversi mesi fa, gli arresti di nove persone. E, soprattutto, a marzo scorso è partito un approfondimento a tappeto su tutte le Soa, con perquisizioni e sequestri mirate a fare chiarezza su un fenomeno già finito in passato sotto i riflettori: la cessione fittizia di ramo d'azienda, utilizzata per simulare requisiti inesistenti in capo alle imprese.
Il reato più grave è quello addebitato a Giuseppe Brienza, fermato ai domiciliari: «Si tratta di un'ipotesi di corruzione per attività che lui svolgeva come presidente nell'ambito dell'Autorità di vigilanza – spiega il tenente colonnello della Guardia di Finanza Dario Fasciano, che sta coordinando le indagini -. Ci sarebbe stata una dazione di denaro in cambio del mancato controllo nelle operazioni avvenute tra due società». Inoltre, Brienza avrebbe ottenuto anche la concessione in affitto di un immobile a Roma a favore della figlia, oltre a un incarico di consulenza con l'Axsoa per sè e la compagna. Per gli altri indagati (Giampaolino, Ivagnes e Grassini) si parla di abuso d'ufficio. «Ci sarebbe stata omessa vigilanza da parte di diversi funzionari e dirigenti dell'Autorità», spiega Fasciano. Avrebbero contribuito a procurare ai due imprenditori Calcagni e Ghirardi un ingiusto vantaggio patrimoniale, nell'ambito del passaggio di un intero pacchetto di clienti tra le società da loro gestite. La vicenda sembra destinata a proseguire. Le indagini attualmente in corso, dice ancora Fasciano, «sicuramente condurranno ad altri arresti».
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L'INCHIESTA
Arrestati e indagati
L'ex presidente dell'Autorità di vigilanza sui contratti pubblici, Giuseppe Brienza, è agli arresti domiciliari per corruzione ed il suo predecessore, Luigi Giampaolino, già presidente della corte dei Conti, è indagato per abuso d'ufficio
False attestazioni
Il caso appalti è l'evoluzione di un'inchiesta della procura di Roma su un giro di false attestazioni rilasciate ad imprese per partecipare a gare pubbliche di appalto. La nuova inchiesta verte sulle società organismo di attestazioni (Soa), strutture che verificano la validità delle imprese che partecipano agli appalti pubblici