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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2014 alle ore 17:48.
L'ultima modifica è del 06 luglio 2014 alle ore 14:10.

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La mappa di IsisLa mappa di Isis

I confini si muovono. Non solo se si fa riferimento a quelli creati per convenzione dall'uomo per dividere due Stati, ma anche se ci si inoltra nella difficile questione dei confini naturali. Quest'anno alla Biennale di architettura di Venezia il progetto Italian Limes ha mostrato come non esista una divisione netta tra Italia e Austria: i punti di riferimento si sciolgono e vengono trasportati altrove dal movimento dei ghiacciai, che si ritirano sempre più. Il progetto ideato da StudioFolder ha permesso di istallare diversi rilevatori Gps lungo i confini del ghiacciaio Similaun per comprendere in tempo reale i mutamenti. Ma se l'uomo in questa materia può fare molto poco per porre un freno alle trasformazioni, sulle mappe ha la possibilità di mutare la realtà aprendo la strada a questioni molto più complesse.

La politica dell'amicizia di Google (a partire dalla Crimea)
Google negli ultimi anni ha monopolizzato il mondo delle mappe online. La politica di Mountain View è molto semplice: accontentare e rendere felici le persone che consultano le loro carte, ovunque si trovino. Molto nota è la storia della Crimea: tre versioni rispetto a tre punti di vista. Per gli utenti degli Stati Uniti la penisola è divisa dalla terraferma da puntini che indicano un territorio conteso. Mentre da Kiev appare come fosse ancora ucraina e da Mosca come se appartenesse alla Russia. «Google segue le leggi locali nel rappresentare i confini», aveva detto lo scorso aprile un portavoce di Google Russia all'agenzia di stampa governativa, Itar-Tass.

Ma la Crimea non è l'unico territorio a essere visualizzato in versioni diverse. Il progetto Disputed Territories raccoglie decine di esempi, mostrando con carte interattive le trasformazioni delle linee spartiacque dai diversi punti di osservazione. L'Arunachal Pradesh ad esempio è conteso tra l'India (di cui è uno Stato) e la Cina che ne rivendica gran parte sotto il nome di Tibet del Sud. Le Isole Spratly invece sono un arcipelago del Mar cinese: le aree marine inesplorate sono ricche di gas e petrolio. Per questo motivo sono contese tra diversi Stati: Vietnam, Filippine, Cina, Malesia, Taiwan e Brunei. E la Cina negli ultimi anni sta portando avanti una politica aggressiva per accaparrarsele insieme alle risorse naturali che conservano.

La Cina, le dispute marine e la mappa allungata
Facendo riferimento alle Spratly, Pechino ha appena presentato la prima mappa verticale della Cina che si estende dalla punta settentrionale del Paese fino al Borneo, proprio per includere l'arcipelago conteso. «Darà al lettore una conoscenza completa e intuitiva dell'intera mappa della Cina», ma soprattutto servirà a «salvaguardare i diritti marittimi della Cina e la sovranità nazionale», ha detto Lei Yixun, capo dell'ente cartografico Hunan Map Press, all'agenzia stampa di Stato Xinhua.
Ma per il governo cinese la nuova mappa non vuole causare critiche, ma rendere la questione più chiara al popolo. "La posizione della Cina nell'area sud del Mar Cinese è coerente e molto chiara. Le nostre posizioni non sono cambiate", ha detto il portavoce del ministero degli Esteri, Hua Chunying a Xinhua.

L'Isis alla conquista dell'Europa (Italia esclusa)
Il 29 giugno i combattenti sunniti dell'Isis (Stato Islamico dell'Iraq e Sham) hanno autoproclamato il califfato che comprende i territori a nord dell'Iraq e della Siria. Ma pochi giorni dopo il gruppo estremista molto attivo sui social network avrebbe diffuso una mappa delle conquiste che farà nei prossimi cinque anni: sono compresi Spagna e Portogallo, la Turchia, i Balcani e parte dell'Austria. E ancora l'espansione nel nord e nel centro dell'Africa, la Penisola araba e l'India. Abc, Fox e altri network hanno subito pubblicato la carta che indica in nero le mire espansionistiche dell formazione sunnita. Molti analisti hanno sottolineato che l'enfasi posta dai media americani sulla carta geografica sia una mossa per radicalizzare l'opinione pubblica e ingrandire il pericolo che l'Isis potrebbe rappresentare per l'occidente.

All'interno di questo quadro il pensiero del filosofo Gilles Deleuze sembra spiegare molto bene il valore politico delle mappe e il loro sforzo imperfetto (spesso un'illusione) per descrivere la realtà. La cartografia compresa la mappatura di Paesi che devono ancora nascere sono come la scrittura. Prodotti umani che non hanno nulla a che fare con il significato.

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