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Questo articolo è stato pubblicato il 05 luglio 2014 alle ore 17:46.
L'ultima modifica è del 05 luglio 2014 alle ore 19:04.

WIMBLEDON - Travolta. In cinquantacinque minuti. La povera canadese Eugenie Bouchard, che a vent'anni molti pronosticano ai vertici del tennis femminile e che già insidia Maria Sharapova nel ranking delle più belle, è durata due game. Poi ha perso il servizio al terzo, al settimo e al nono del primo set. Salvo l'attimo di un controbreak, non è mai neppure entrata in partita. Al secondo set, si è beccata un cappotto.

Dall'altra parte della rete, la ceca Petra Kvitova, 24 anni, ma con un titolo di Wimbledon già in bacheca dal 2011, l'ha semplicemente spazzata via, 6-3, 6-0. Mancina come due del gotha di campionesse che assistevano dal Royal Box, Martina Navratilova e Ann Jones, la Kvitova non ha sbagliato niente. Si può rimproverarle solo una cosa: di aver reso la finale una vicenda così affrettata e così sbilanciata da non consentire nemmeno il tempo di godersi lo spettacolo. Per la verità, questa sembra esser diventata la prassi nelle finali femminili degli ultimi dieci anni, almeno dal 2005, quando Venus Williams chiuse 9-7 al terzo contro LIndsay Davenport. La maggior parte sono finite in due set. Ma per trovare una finale più corte bisogna risalire alla vitoria della Navratilova contro Andrea Jaeger nel 1983.

La Bouchard avrà tempo di rifarsi. A Wimbledon ha vinto due anni fa fra le "girls". Forse la transizione è stata un po' troppo rapida. Ma quest'anno è già arrivata in semifinale all'Australian Open e al Roland Garros, in entrambi i casi cedendo a chi avrebbe poi vinto il torneo, Li Na e Sharapova. E' curioso che solo cinque anni fa, una Bouchard bambina chiedeva a Sharapova di farsi una foto con lei. La débacle di oggi sarà un'altra tappa della sua crescita. Curiosamente, era venuta a vederla la principessa Eugenie, nipote della regina Elisabetta: la mamma della Bouchard, monarchica fanatica, ha battezzato la figlia con questo nome in onore della principessa.

Partita a cielo aperto, premiazione sotto il tetto per consentire la disputa, nonostante la pioggia, della finale del doppio che vede le nostre Sara Errani e Roberta Vinci, teste di serie numero 2, impegnate contro l'ungherese Timea Babos e la francese Kristina Mladenovic.

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