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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2014 alle ore 21:09.
L'ultima modifica è del 07 luglio 2014 alle ore 22:05.

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Titolo V, verifica Consulta, stop rimborsi: la risposta è sempre ok
Proseguendo, è sempre positiva anche la risposta alla domanda Pd «Siete disponibile a far verificare preventivamente la legge elettorale alla Corte costituzionale, così da evitare lo stucchevole dibattito «è incostituzionale, è costituzionale?». Quinta domanda: «Siete disponibili» a una modifica del Titolo V?, risposta: «Sì». La disponibilità sul punto c'è «sebbene riteniamo che l'impianto proposto nell'attuale riforma non sia funzionale alla risoluzione dei problemi provocati dalla riforma del 2001». Sesta domanda: «Siete disponibili ad abbassare l'indennità del consigliere regionale a quella del sindaco del comune capoluogo e eliminare ogni forma di rimborso ai gruppi consiliari delle Regioni?», ed è un altro «sì».

Stop e Cnel e bicameralismo, Senato del territorio: M5S disponibili
Quindi c'è l'ok all'abolizione del Cnel per poi arrivare al capitolo riforme: sì dei grillini al superamento del bicameralismo perfetto e al fatto che «il ruolo del Senatore non sia più un incarico a tempo pieno e retribuito ma il Senato sia semplicemente espressione delle autonomie territoriali?». In particolare l'apertura del movimento Cinque Stelle è sulla riforma del Senato: «Non siamo pregiudizialmente contrari, a condizione che l'esistenza di tale assemblea abbia ancora una precisa funzione nel disegno istituzionale».

Trovare soluzione per guarentige eletti? Il M5S è d'accordo
Decima domanda: «Siete disponibili a trovare insieme una soluzione sul punto delle guarentigie costituzionali per i membri di Camera e Senato, individuando una soluzione al tema immunità che non diventi occasione di impunità?» e arriva ancora un altro sì.

Nuovi emendamenti dei relatori su firme e quorum referendum
Ancora sul capitolo riforme, la giornata ha visto anche il deposito da parte dei relatori Finocchiaro e Roberto Calderoli (Lega) di due emendamenti che innalzano da 500mila ad 1 milione il numero delle firme necessarie per la richiesta dei referendum popolari, mentre il quorum diventa "mobile". In pratica si abbassa: la votazione sarà infatti valida se avrà partecipato la maggioranza degli elettori che hanno preso parte all'ultima elezione della Camera dei deputati e se é stata raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Attualmente, le norme in materia prevedono che la proposta soggetta a referendum é approvata se ha partecipato la maggioranza degli aventi diritto, e se é raggiunta la maggioranza dei voti validamente espressi. Il termine per i sub emendamenti é fissato alle ore 13 di domani. Subito dopo, alle 14, la commissione tornerà a riunirsi per proseguire con le votazioni.

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