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Questo articolo è stato pubblicato il 07 luglio 2014 alle ore 09:55.
L'ultima modifica è del 07 luglio 2014 alle ore 19:37.

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Di Maio: persa occasione per italiani
La risposta ufficiale del M5S al Pd, dopo l'annullamento dell'incontro, è arrivata da una conferenza stampa, alle 12 in sala stampa alla Camera. Ad incontrare i giornalisti sono stati Luigi Di Maio e i capigruppo pentastellati a Camera e Senato. Prima che arrivasse la "disdetta" da parte del Pd, Luigi Di Maio, intervistato a 24 Mattino su Radio 24, aveva obiettato alle richieste del Pd di firmare prima un documento di impegno sui dieci punti chiesti da Renzi. E aveva chiosato: «Stiamo rasentando il ridicolo. Ho già risposto con un'intervista al Corriere della Sera, il documento scritto non è un metodo per ottenere una legge elettorale degna di questo nome».

M5s apre a doppio turno lista, Di Maio: nodo sono preferenze
«Stamattina il Pd ha chiesto di disdire l'appuntamento di oggi. A noi dispiace che si è persa un'occasione per gli italiani di arrivare a un punto concreto. Noi abbiamo le idee molto chiare e vediamo dall'altra confusione», ha detto Luigi Di Maio in conferenza stampa. E ha aggiunto: «il nodo sono le preferenze». La controproposta del M5s è stata illustrata dal deputato Danilo Doninelli. Un «punto di medizione», basato sull'introduzione delle preferenze («Non è accettabile che i cittadini non possano scegliere candidati»), sulla «non candidabilita dei condannati in via definitiva», ma soprattutto sul sì al doppio turno con premio di maggioranza (corretto però da un primo turno senza soglia di sbarramento). Doppio turno «di lista e non di coalizione (si presentano al ballottaggio i due partiti più votati, ndr) in modo che ci sia un vincitore ma che non si porti dietro un'ammucchiata di partiti», sicché chi vince al secondo turno «governa con il 52%». «Ora aspettiamo quali sono le reazioni dal Pd», da parte del M5S, «non c'è nessuna volontà di far saltare questo tavolo» ha spiegato Di Maio (M5S), che ha aggiunto: «Noi lasciamo sul tavolo il doppio turno, però magari evitiamo che al primo turno si vince con il 37%».

Grillo: «si va verso dittatura», ma non chiude a dialogo
Molto più duro Beppe Grillo che, dopo l'incontro annullato, sul blog ha tuonato: «Si prende atto che un confronto democratico e trasparente in Italia è oggi impossibile. Il Pd preferisce gli incontri al chiuso di cui nessun cittadino sa nulla con un pregiudicato con il quale si appresta a fare la "riforma" della Giustizia. Il M5S rappresenta milioni di italiani che non possono essere trattati come dei paria, come dei cani in chiesa da personaggi mai eletti in libere elezioni, da sbruffoni della democrazia. Nessuno potrà più imputarci di non aver cercato il dialogo. Stiamo scivolando lentamente verso una dittatura a norma di legge, il M5S non resterà a guardare e spera che i sinceri democratici che esistono negli altri partiti facciano altrettanto». E Renzi torna ad essere un «ebetino pericolosissimo». Poi, però, la chiosa finale: «Tra il mio intervento di oggi e la conferenza stampa di Di Maio e Toninelli non vi sono contraddizioni, le porte per una discussione sulla legge elettorale per il M5S sono sempre aperte, né mai le ha chiuse nonostante continue provocazioni».

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