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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 08:26.

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Saranno ultimati entro l'autunno i progetti dei nuovi pattugliatori d'altura che la Marina Militare realizzerà con i fondi resi disponibili dallo stanziamento di 6 miliardi di euro previsto nei prossimi anni dalla Legge di Stabilità a bordo dei quali le tecnologie adottate saranno principalmente made in Italy. Le unità da circa 4.500 tonnellate avranno caratteristiche comuni ma dotazioni differenti tra la versione Light concepita per compiti di controllo degli spazi marittimi e la versione Full, decisamente più orientata alle operazioni di combattimento. Delle 10 navi previste inizialmente le prime sei saranno suddivise tra 5 Light e una Full e quest'ultima imbarcherà un nuovo sofisticato radar multifunzione a scansione elettronica e facce fisse sviluppato da Selex ES, divisione di Finmeccanica.

«Il radar che imbarcheremo sul pattugliatore in configurazione Full è una evoluzione di un radar della famiglia Kronos di Selex ES nella nuova versione a facce fisse attualmente in fase di sviluppo», dichiara il contrammiraglio Antonio Natale, capo del 7° Reparto dello Stato Maggiore Marina che cura la pianificazione delle nuove navi destinate a rinnovare la flotta d'altura che nei prossimi anni vedrà la radiazione di gran parte delle unità oggi in servizio giunte ormai alla fine della vita operativa.

«Si tratta di un'ulteriore evoluzione del radar MFRA in dotazione alle fregate FREMM che a sua volta è un'evoluzione del radar EMPAR in dotazione ai cacciatorpediniere tipo Orizzonte e alla portaerei Cavour».

I radar a facce fisse, simili a piastre applicate sulla sovrastruttura della nave, consentono la sorveglianza a 360° dello spazio aereo e il Kronos è in grado di individuare e ingaggiare bersagli multipli e di diversa natura (velivoli, missili da crociera e missili balistici) impiegando i missili da difesa aerea Aster 15 e Aster 30 sviluppati da MBDA e già in dotazione alle unità più recenti e prestanti della Marina Militare e delle forze navali francesi, britanniche e di altri Paesi.

La decisione di puntare sullo sviluppo di un nuovo radar italiano consentirà di equipaggiare almeno 4 navi tipo Full e in futuro di aggiornare le dotazioni delle 10 fregate tipo Fremm (8 quelle finora finanziate) e dei 2 cacciatorpediniere tipo Orizzonte. Per garantire la difesa contro minacce aeree nei mesi scorsi la Marina aveva esplorato la possibilità di adottare la versione leggera del radar a facce fisse statunitense SPY-1 che abbinato ai missili Standard costituisce il sistema Aegis: dotazione standard delle unità più grandi della Us Navy e di alcune marine alleate.

Un'ipotesi che secondo alcune fonti sarebbe stata accantonata non solo per ragioni di costo ma anche perché Washington avrebbe mantenuto il controllo sulla gestione delle tecnologie del radar. Di fatto quello che avverrà con i cacciabombardieri F-35 le cui tecnologie più spinte saranno accessibili esclusivamente a specialisti statunitensi.
Del resto la Marina ha sempre sostenuto le ragioni del rinnovo della flotta evidenziando non solo la necessità di disporre di un numero sufficiente di navi per far fronte alle sempre più ampie e diversificate necessità del Paese ma anche l'opportunità di sostenere la ricerca e sviluppo e la produzione dell'industria nazionale nel campo della cantieristica, delle dotazioni elettroniche, degli armamenti e degli allestimenti delle navi.

«L'acquisizione del nuovo radar, abbinato ai missili Aster 15 e Aster 30, consentirà alla Marina di disporre di un sistema avanzatissimo contro ogni tipo di minaccia aerea ed all'industria nazionale di poter offrire sul mercato un prodotto molto competitivo», ha sottolineato il contrammiraglio Natale, aggiungendo che i costi dei nuovi pattugliatori «dovrebbero restare quelli previsti: circa 300 milioni a unità per i Light mentre il Full potrebbe superare di poco i 500 milioni».

Gli stanziamenti previsti dalla legge di stabilità copriranno anche i costi per la realizzazione di altre navi: una nave logistica, una nave da assalto anfibio portaelicotteri (la più grande e costosa, destinata a rimpiazzare la vecchia portaeromobili Garibaldi e 2 navi da sbarco) e una nave per le ricerche oceanografiche e l'appoggio ai sommergibili.

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