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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2014 alle ore 07:25.

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(Corbis)(Corbis)

Diversi spazi poi offrono anche consulenze con commercialisti e avvocati, esperti di business, IT Help. I prezzi variano a seconda delle strutture: per cercare quelle più convenienti e vicine (ormai ce ne sono in tutta Italia), si può cliccare su Coworkingfor.com, il primo portale-motore di ricerca italiano gratuito dedicato al coworking – consultabile anche in versione mobile da smartphone e tablet – dove domanda e offerta di spazi si incontrano; qui è possibile prenotare online un ufficio, una postazione oppure una sala riunioni, per periodi brevi o lunghi, a seconda delle proprie esigenze.

Avete ereditato un appartamento dalla nonna e – visti gli andamenti delle compravendite immobiliari dell'ultimo periodo, inesorabilmente al ribasso – non riuscite a venderlo né ad affittarlo? Potrebbe diventare una location perfetta per aprire un ufficio dedicato al coworking, soprattutto se l'immobile è ampio e sito in una grande città, in una zona ben servita e comoda per il centro. Per farvi un'idea potete curiosare tra i network di spazi coworking come http://www.coworkingproject.com/, una realtà presente in in 58 città italiane, da nord a sud, con 98 strutture affiliate.

A guidare la classifica delle città attive in questo ambito c'è Milano, che ha fatto da apripista nel nostro Paese per questo nuovo modo di lavorare. Nel capoluogo lombardo ben 175 i professionisti, da luglio 2013 ad oggi, si sono avvalsi del voucher (fino a 1.500 euro) messo a disposizione da Comune e Camera di Commercio per lavorare in uno dei 26 spazi accreditati per la diffusione del coworking in città.

Da questa casistica milanese si può incominciare a tratteggiare l'identikit dei coworker: quasi tutti laureati (lo sono il 75%), il 56% sono uomini e il 44% donne – il cui tasso di disoccupazione nazionale è arrivato al 13,8%, mai così alto dal 2004 – con un'età di 38 anni per lui e 36 anni tra lei. Sono tutti liberi professionisti o titolari di imprese singole, operanti nella progettazione (37%), comunicazione (26%), nei servizi all'impresa (25%), nell'innovazione tecnologica (6%), e in ambiti formativi e amministrativi (6%).

A Roma invece spicca un esempio virtuoso di coworking al femminile: il prossimo settembre aprirà le sue porte l'Alveare, una struttura con 30 postazioni da lavoro, 3 sale riunioni e… un ampio spazio per i bambini. A disposizione delle mamme lavoratrici infatti, oltre alle classiche attrezzature da ufficio, ci sarà anche una cucina per preparare le pappe e un'area esterna per parcheggiare la station-wagon e fare quattro passi con il passeggino.

L'idea – ormai è chiaro… – è quella di uno spazio di coworking dedicato alle mamme per tornare a lavorare portando con sé il bebè (a partire dai 4 mesi). In questo modo l'ufficio diventa anche un luogo di accudimento e cura dei figli.
Alla faccia di quelli che pensano che conciliare maternità e professione sia una mission impossibile.

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