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Questo articolo è stato pubblicato il 08 luglio 2014 alle ore 19:57.
L'ultima modifica è del 08 luglio 2014 alle ore 21:34.

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(LaPresse)(LaPresse)

«Una questione molto seria. Ne parliamo giovedì in consiglio dei ministri. Così non va bene». Così Matteo Renzi, su twitter, risponde ad un follower che gli chiede un parere sul problema dei decreti attuativi che spesso rallentano l'entrata in vigore delle leggi. Il tweet di Renzi arriva dopo un precedente cinguettio (di ritorno a palazzo Chigi dopo la mezza giornata a Venezia per il "Digital Venice") nel quale il premier informava di essere «al lavoro su terzo settore, Ilva, semplificazione amministrativa».

Mancano all'appello 511 decreti attuativi
Renzi sembra insomma intenzionato a riprendere in mano il dossier attuazione. Come documentato dal Sole 24 Ore, nel suo ultimo monitoraggio Rating 24, continua a crescere infatti lo stock dei decreti necessari per rendere pienamente operative le riforme. In due mesi - rispetto all'ultimo Rating 24 del 22 aprile) – si è passati da 500 a 511 provvedimenti ancora da mettere a punto. Conseguenza dell'ingresso delle prime riforme varate dal Governo Renzi. Sono, infatti, arrivati al traguardo tre decreti legge, che prevedono ben 84 regolamenti per poter dispiegare pienamente gli effetti. Provvedimenti che si sommano a quelli lasciati in eredità dagli Esecutivi Monti e Letta: complessivamente di 428 decreti attuativi ancora in attesa, di cui 177 già scaduti.

La norma cassata sul potere sostitutivo di Palazzo Chigi
Resta forte l'esigenza – già avvertita in passato – di meccanismi di attuazione perentori. Il Governo Renzi ci aveva pensato e aveva inserito nel decreto legge sulla Pa una norma che imponeva ai ministeri di predisporre per tempo gli atti di propria competenza e, in caso di inadempienza, dava alla Presidenza del consiglio la possibilità di esercitare il potere sostitutivo. La disposizione è, però, sparita nella versione del decreto pubblicato in Gazzetta. La questione è stata interpretata come una vittoria della burocrazia, ma da Palazzo Chigi avevano assicurato che la norma sarebbe stata recuperata nel prossimo decreto Sblocca-Italia.

Governo in affanno
La misura appare tanto più necessaria perché il Governo Renzi è già in affanno sull'attuazione. Nonostante gli interventi legislativi siano recenti, 14 regolamenti hanno superato i tempi fissati per l'emanazione. Come nel caso del Durc semplificato: è scaduto da più di un mese il decreto del Lavoro previsto dal Dl 34 (primo capitolo del Jobs act) che avrebbe dovuto rendere operativa la verifica online della regolarità contributiva delle imprese e che allunga a 120 giorni la validità dei dati dichiarati.

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