Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2014 alle ore 06:40.

My24


La pena a un anno di carcere è sospesa. Ma tanto è bastato al governatore dell'Emilia Romagna, Vasco Errani, a dare le dimissioni. Un falso ideologico per avvantaggiare la coop agricola "Terremerse", presieduta all'epoca dei fatti da suo fratello Giovanni, è alla base della decisione della Corte d'Appello di Bologna.
A due anni dalla sentenza di primo grado, che lo aveva mandato assolto «perché il fatto non sussiste», piomba come una mannaia il dispositivo del secondo grado. «Non si faccia nessuna confusione - ha commentato Errani - quanto subisco io personalmente non diventi fango per l'istituzione regionale». Per questo «intendo rassegnare subito le mie dimissioni, e nel farlo rivendico il mio impegno e la mia onestà lungo tutti questi anni. E la mia piena innocenza anche in questo fatto specifico. Piena innocenza». I commenti politici sono contrastanti, ma dalla segreteria del Pd arriva un «invito» specifico a che «Errani riconsideri le sue dimissioni da presidente della Regione Emilia Romagna», aggiungendo che «proprio le parole con cui ha motivato la sua decisione dimostrano il suo senso dello Stato e delle Istituzioni». Ieri anche il premier Matteo Renzi ha telefonato a Errani per manifestargli la sua stima ma al contempo il leader Pd ha assicurato il suo «rispetto per i giudici». Quanto al procuratore aggiunto di Bologna, Valter Giovannini, tiene a precisare che «le sentenze non si commentano, si può solo dire che la Procura ha sempre lavorato con assoluta obiettività, serenità e rigore». L'intervento di Beppe Grillo non s'è fatto attendere, tanto che su Twitter afferma che «Errani deve lasciare ogni incarico, incluso quello di commissario per la ricostruzione post-terremoto (avvenuto nel 2012, ndr)». Confindustria Emilia-Romagna, esprime apprezzamento «per la sua decisione di non sovrapporre le proprie vicende personali con la vita e il ruolo delle Istituzioni regionali». Mentre per l'ex segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, che lo tenne a "battesimo" quando era presidente della Regione, «chiunque conosca Errani non può dubitare della sua onestà e della sua correttezza».
Secondo i riscontri investigativi della Guardia di finanza, l'ipotizzato ruolo di Errani sarebbe legato a una relazione inviata alla Procura, con la quale si attestava la genuinità degli atti regionali sulla concessione di un finanziamento da 1 milione di euro chiesto e ottenuto da Giovanni Errani, presidente della società enologica. Nel 2006, infatti, il fratello del governatore invia alla Regione un atto sostitutivo di notorietà, per segnalare che «i lavori relativi alla realizzazione di uno stabilimento enologico per la produzione di vini di qualità in Comune di Imola, sono stati completamente ultimati». Certificazione falsa, per gli investigatori, in quanto il permesso a costruire era stato rilasciato dal Comune appena otto giorni prima; impossibile, stando alla ricostruzione accusatoria, ultimare i lavori in così poco tempo.
Seguono accuse contro la Regione e un nuovo esposto, che inducono Errani a far predisporre una relazione in cui dichiara la sua estraneità. In primo grado Errani fu mandato assolto. L'Appello, però, ha sovvertito la decisione con la condanna di ieri.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi