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Questo articolo è stato pubblicato il 09 luglio 2014 alle ore 18:25.
L'ultima modifica è del 09 luglio 2014 alle ore 18:33.

I razzi di Hamas hanno gittate sempre maggiori e per la prima volta oggi hanno raggiunto anche le aree di Cesarea e Haifa, situate a 130 e 170 chilometri dalla Striscia di Gaza. Distanze troppo elevate per i razzi pesanti iraniani Fajr-5 lanciati verso Tel Aviv e forse anche per i nuovi M-302, armi derivate dai cinesi WS-1 prodotti in Siria e a quanto sembra girati ad Hamas dall'Iran via Sudan.
Una rotta che è stata confermata nel marzo scorso dal raids degli incursori di Marina israeliani del Shayetet 13 sul cargo Klos-C, battente bandiera panamense, intercettato nel Mar Rosso con il suo carico di razzi M-302 mentre navigava da Port Sudan a Gaza. Già impiegato da Hezbollah che lo chiama "Khaibar", l'M-302 lanciato da Gaza ha colpito la città di Hadera, è noto per essere un'arma imprecisa e soprattutto è accreditato di una gittata di "soli" 100 chilometri, inadeguata per raggiungere il nord di Israele.
Il braccio armato di Hamas, le Brigate Ezzedine el Kassam, hanno affermato di aver attaccato Haifa con razzi R-160, un'arma costruita nella Striscia di Gaza finora mai utilizzata da Hamas, che potrebbe essere derivata dai razzi pesanti iraniani Zelzal-1 accreditati di un raggio d'azione di oltre 150 chilometri.
Secondo l'intelligence israeliana l'arsenale di Hamas comprende centinaia di razzi con raggio d'azione pari o superiore ai 75 chilometri e di migliaia di Kassam a corto raggio e Grad capaci di colpire obiettivi fino a 40 chilometri. Armi che negli ultimi anni hanno raggiunto clandestinamente la Striscia Gaza provenienti da Iran, Sudan ma anche dagli arsenali dell'esercito libico saccheggiati durante la guerra del 2011.
In questi primi giorni di ostilità il sistema di Difesa Iron Dome (cupola di ferro) sviluppato da Israele ha intercettato il 90% dei circa 300 razzi lanciati da Gaza, una percentuale superiore a quella registrata durante le operazioni del novembre 2012, ha fatto sapere una nota della Difesa israeliana.
Per evitare di sparare costosi missili intercettori contro bersagli non paganti il radar dello "scudo" israeliano calcola la traiettoria del razzo valutando se intercettarlo per evitare che cada in aree abitate o lasciarlo andare se destinato a colpire zone disabitate. La "cupola di ferro" è realizzata dalle aziende israeliane Elta e Rafael (con un contributo finanziario statunitense pari a 275 milioni di dollari) e utilizza un missile intercettore Tamir molto rapido e preciso ma che costa circa 30 mila dollari a esemplare e viene utilizzato solitamente per distruggere razzi del valore di poche migliaia di dollari, a volte anche meno, come nel caso dei rudimentali Kassam prodotti in officine artigianali a Gaza al costo di appena 800 dollari al pezzo.
L'Iron Dome è in grado di gestire più missili contemporaneamente ed è operativo da oltre tre anni lungo i confini con Gaza e con il Libano (a difesa dai razzi di Hezbollah) e a difesa di Tel Aviv e Gerusalemme. Al sistema israeliano sembrano interessati alcuni Paesi tra cui la Corea del Sud : in caso di crisi con Pyongyang, infatti, dovrebbe proteggere Seul da una pioggia di razzi e missili provenienti dalla vicina frontiera con il Nord.
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