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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2014 alle ore 06:36.

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Prima che cambi il vento favorevole sui bond dell'eurozona, Atene, tre mesi dopo il suo ritorno sui mercati del debito, ha annunciato ieri un'imminente emissione di un bond a tre anni per un ammontare da 2,5 e 3 miliardi di euro.
In aprile la Grecia aveva emesso – per la prima volta dallo scoppio della crisi nel 2010 – un'obbligazione di 3 miliardi di euro a cinque anni al tasso del 4,95%, con una buona accoglienza del mercato. Ma ora il clima si sta facendo più freddo, gli investitori danno segni di nervosismo e quindi Atene ha deciso di rompere gli indugi dando il via libera a una nuova emissione, che sarà realizzata attraverso un sindacato bancario composto da cinque grandi banche quali Bank of America Merrill Lynch, Citigroup, Deutsche Bank, Goldman Sachs e JPMorgan Chase, con un rendimento in area 3,5-3,625 per cento.
Il recente eurogruppo svoltosi a Bruxelles ha dato il via libera alla prevista tranche di un miliardo di euro di prestiti e alla nuova emissione, in sintonia con quanto detto dall'Fmi, il secondo maggior creditore del paese. I proventi dell'emissione obbligazionaria potranno essere utilizzati dal neo ministro delle Finanze, Gikas Hardouvelis – che ha sostituito Yannis Stournaras ora diventato governatore della Banca di Grecia – per rimborsare i titoli del debito da 5,6 miliardi di euro in scadenza nel mese di agosto.
Quest'anno il Governo Samaras prevede di uscire finalmente da sei anni di recessione, mettendo fine a una delle peggiori contrazioni economiche dei tempi moderni, pari alla perdita del 20% del Pil ma l'Ocse è pessimista e prevde ancora un segno meno.
L'emissione di obbligazioni a scadenza più breve potrebbe mettere Atene nella condizione di raccogliere denaro più a buon mercato, poiché il Tesoro ellenico potrebbe sborsare solo il 3-3,5% su un bond triennale, a fronte di rendimenti di circa il 5,955% per il suo debito a 10 anni e il 4% per il suo quinquennale. Inoltre Atene teme che il periodo di grazia con i mercati possa finire da un momento all'altro.
Alcuni analisti sono comunque scettici sul ritorno sul mercato della Grecia da quando il rendimento sul decennale è passato in un mese dal 5,709% al 5,955 per cento. «Non c'è stato un sufficiente miglioramento dei fondamentali della Grecia, ma solo maggior liquidità in circolazione e la caccia al rendimento: questi sono i due elementi che stanno consentendo ad Atene di accedere al mercato -, ha affermato cauto Ben Bennett, analista a Legal&General Investment Management a Londra –. È un segno di quanto sia folle e irresponsabile la situazione attuale del mercato».
Il Governo di Atene ha molta fretta perché un successo sul mercato del debito a breve significherebbe probabilmente anche evitare un nuovo aiuto (il terzo, dopo i primi due pari a 240 miliardi di euro messi complessivamente sul piatto negli ultimi 4 anni) per finanziare un gap di 16 miliardi di euro che pende sul biennio 2014-2016, un deficit pubblico che pesa in un momento in cui la situazione politica è ancora molto instabile con una maggioranza di soli due voti in Parlamento e mentre la troika (Ue, Bce e Fmi) è in visita di controllo ad Atene e il Parlamento deve approvare la privatizzazione del 30% dellla Dei, il produttore di energia elettrica del paese mediterraneo.
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