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Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2014 alle ore 15:54.
L'ultima modifica è del 11 luglio 2014 alle ore 16:44.

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Vietato l'accesso alla Galleria Umberto I di Napoli. Un sopralluogo dei vigili del fuoco ha riscontrato almeno sei criticità all'interno della zona. Da qui la decisione di chiudere con dei nastri i tre ingressi rimasti. Probabile l'intervento delle forze dell'ordine per sgomberare l'area, visto che al momento ci sono persone.

La polizia municipale ha chiuso con i nastri da cantiere la galleria in seguito alla decisione dei vigili del fuoco che dalle prime ore del mattino stanno effettuando sopralluoghi e hanno iniziato i lavori di messa in sicurezza dei cornicioni dopo il crollo di sabato scorso che è costato la vita al giovane Salvatore Giordano.

«No comment, parlo lunedì», ha detto il sindaco di Napoli, Luigi de Magistris, rispondendo alle domande sulla chiusura totale della Galleria. Intanto, si è in attesa dei tecnici del Comune per valutare come proseguire. Nonostante l'interdizione dei nastri, continua l'afflusso di turisti all'interno della Galleria. Monta, intanto, la protesta dei commercianti dell'area preoccupati per il futuro delle loro attività. I negozianti stanno valutando l'ipotesi di recarsi a Palazzo San Giacomo per avere informazioni.

«In questi giorni molti hanno chiesto perché non si fa più il progetto Sirena. Ma per fare le cose ci vogliono risorse», ha aggiunto il sindaco de Magistris riferendosi alle polemiche sulla mancata ristrutturazione degli edifici cittadini. Il sindaco ha, poi, evidenziato la disponibilità del Comune di aiutare i privati che vogliono ristrutturare facendo «una detassazione totale della Cosap (l'imposta sull'occupazione di suolo pubblico che si paga durante i lavori), per la parte comunale, per le ristrutturazioni». De Magistris, ricordando i tagli ai trasferimenti pubblici ai Comuni, ha ricordato che «a Napoli ci sono stati due momenti in cui sono arrivati fiumi di denari pubblici, il post terremoto dell'80 e i Mondiali del '90 che si trasformarono in un grande sperpero».

Nel frattempo il Comune ha emanato una ordinanza specifica ed è ritenuta dalla Procura "persona offesa", ma al tempo stesso gli inquirenti hanno iscritto sul registro degli indagati, così come riferito stamane da diversi giornali locali, i nomi di 4 dirigenti di Palazzo San Giacomo.

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