Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 luglio 2014 alle ore 06:38.

My24


NEW YORK
La Germania ha espulso il responsabile dello spionaggio americano a Berlino, facendo esplodere in modo ancora più evidente la grave crisi che da tempo serpeggia nei rapporti di sicurezza e rispetto della privacy tra i due grandi alleati e tra Washington e l'Europa. Visibilmente irritata, la Cancelliera Angela Merkel ha dato alla stampa una dura reazione di fronte alle vaste attività dei servizi segreti statunitensi contro nazioni amiche denunciandole come incomprensibili oltre che inaccettabili: spiare gli alleati, ha detto, è «uno spreco di energie». E ha aggiunto con toni caustici: «Abbiamo così tanti problemi, dovremmo concentrarci sulle cose importanti».
Angela Merkel, di fronte alle mosse di Washington, ha detto di vedere «una differenza di principi molto grande rispetto ai compiti dei servizi segreti». Durante la Guerra Fredda «forse esisteva un generale clima di sospetto reciproco; oggi però siamo nel Ventunesimo Secolo con minacce completamente nuove e imprevedibili».
Per vincere sfide come quella posta dal terrorismo, grazie a partnership con nazioni quali gli Stati Uniti, «occorrono fiducia e trasparenza reciproche». Il coro di indignazione è stato unanime. Il ministro dell'Interno Thomas de Maiziere ha rincarato la dose, affermando che le informazioni strappate dagli agenti americani appaiono «risibili» quando vengono paragonate allo «sproporzionato e serio danno politico» causato alle relazioni tra Stati Uniti e Germania. E il ministro della Finanze Wolfgang Schäuble ha sentenziato: «È talmente stupido che vien voglia di gridare».
L'amministrazione americana ha invece affidato la risposta a una breve e asettica presa di posizione: «La nostra relazione di intelligence e di sicurezza con la Germania è molto importante - ha indicato il portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Caitleen Hayden - Continueremo a essere in contatto con il governo tedesco attraverso i canali appropriati».
L'obiettivo della Casa Bianca è indubbiamente quello di contenere il nuovo scandalo e ricucire la ferita, ma la missione si fa sempre più difficile: la débacle è diventata l'ultimo passo falso per una politica estera sempre più sotto assedio delle critiche, dalla crisi in Iraq e in Medio Oriente alla guerra di nervi e sanzioni con la Russia per il braccio di ferro sull'Ucraina. Potrebbe ora incrinarsi proprio la cooperazione degli Stati Uniti con Berlino e la Ue sulle pressioni comuni nei confronti di Mosca. Come anche la possibilità di progressi sul fronte dei negoziati economici, dove in gioco è un accordo transatlantico di libero commercio giunto al suo sesto round di colloqui (si svolgeranno dal 14 al 18 luglio a Bruxelles).
Il raro provvedimento deciso dal governo tedesco contro Washington è maturato sull'onda delle crescenti polemiche sull'ampiezza e aggressività dei programmi di intelligence americani portati avanti sul Vecchio continente e di un'inchiesta avviata dalle autorità federali tedesche. La spirale negativa nelle relazioni era cominciata con le rivelazioni-shock dell'ex dipendente della National Security Agency statunitense, Edward Snowden, che aveva reso pubbliche le capillari intercettazioni e operazioni di sorveglianza elettronica effettuate ai danni di schiere di cittadini e leader europei, Merkel compresa.
Nell'illustrare la richiesta di immediata uscita dal Paese del capo dello spionaggio presso l'ambasciata americana a Berlino, la cui identità non è stata svelata, il portavoce della Cancelliera Steffen Seibert ha precisato che «la richiesta è scattata sulla base dell'indagine tuttora aperta da parte del capo della procura federale e dagli interrogativi sollevati per mesi sul comportamento dei servizi segreti statunitensi in Germania. Il governo tedesco prende simili attività molto seriamente».
Le tensioni sull'intelligence - mai risolte neppure dopo le recenti visite del presidente Barack Obama in Europa e dei leader europei a Washington - hanno conosciuto una escalation nelle ultime ore. Il casus belli questa volta è nato da più tradizionali operazioni di spionaggio. Il governo tedesco ha scoperto ben due 007 americani nel giro pochi giorni. Mercoledì le autorità hanno fatto sapere di aver trovato un agente al soldo degli americani nel ministero della Difesa. In precedenza un 31enne dipendente dei servizi di intelligence tedeschi, Bnd, era stato arrestato e aveva confessato di essere un informatore della Cia e di aver passato per due anni informazioni segrete a Washington.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi