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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2014 alle ore 21:31.
L'ultima modifica è del 14 luglio 2014 alle ore 22:38.

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Al settimo giorno di raid israeliani su Gaza una mediazione è in corso, ma non c'è ancora alcun accordo su una tregua. Lo ha detto un responsabile di Hamas, il gruppo fondamentalista islamico che controlla la Striscia dal 2007, dopo la proposta egiziana di una tregua a partire dalle 8 di martedì ora italiana, spiegando che ci sono degli «sforzi per giungere a un cessate il fuoco, ma ancora non c'è nulla di definitivo».

La proposta è stata formalizzata dal ministro degli Esteri egiziano, Sameh Shoukri, all'inizio della riunione serale della Lega Araba, in corso al Cairo, al termine della pausa di preghiera e digiuno giornaliera del Ramadan. Domani è atteso al Cairo il segretario di Stato americano John Kerry, che ha parlato al telefono a lungo con lo stesso Shoukry. Al cessate il fuoco seguirebbe l'avvio di colloqui per facilitare l'arrivo di beni a Gaza.

L'operazione "Barriera protettiva" intanto è andata avanti, Israele ha continuato anche nella giornata di lunedì i raid sulla Striscia, dopo l'appello del segretario generale dell'Onu, Ban Ki-moon, per «misure immediate che pongano fine ai combattimenti». Oggi, secondo l'agenzia di stampa Dpa, sono stati almeno 40 gli obiettivi colpiti. Venti razzi sono stati lanciati dal territorio palestinese contro Israele.

Il bilancio dell'operazione israeliana, stando al ministero della Salute di Gaza, è di 184 morti e oltre 1.200 feriti. Fra le vittime, secondo i palestinesi, ci sono molti civili, compresi donne e bambini. Il portavoce dei servizi di emergenza Ashraf al Qudra ha affermato che negli ultimi attacchi tre persone sono morte a Rafah, tra cui un bambino di 4 anni, e altre due a Khan Yunis, sempre nel sud.

Almeno 17mila palestinesi di Gaza hanno lasciato le loro case nel nord della Striscia e hanno trovato rifugio presso le strutture delle Nazioni Unite in vista di una possibile offensiva di terra da parte di Israele. Per oggi è prevista una riunione d'emergenza della Lega Araba al Cairo dedicata all'offensiva israeliana contro la Striscia di Gaza.

Gli attacchi odierni hanno preso di mira siti delle Brigate Ezzedim al-Qassam, braccio militare di Hamas, senza fare vittime . Il ministro della Difesa israeliano Moshè Yaalon ha detto che «Israele continuerà a colpire Hamas e le sue strutture. Il danno alla fazione islamica e alle altre organizzazioni del terrore a Gaza è importante».

Per la prima volta dall'inizio di questo nuovo conflitto, un razzo lanciato dalla Siria è caduto sulle alture del Golan occupate da Israele, senza fare vittime; l'esercito israeliano ha risposto con colpi di artiglieria contro postazioni delle forze regolari siriani.

Non solo: una raffica di razzi lanciati dal sud del Libano verso Israele ha scatenato la reazione dell'artiglieria di Tsahal, l'esercito israeliano. Lo hanno reso noto sia fonti della sicurezza libanese sia dell'esercito israeliano. Uno di questi razzi è arrivato in una zona aperta del mar di Galilea: si tratta del terzo attacco di questo tipo da venerdì. Finora nessuno dei gruppi operanti nella zona, tra cui gli sciiti di Hezbollah, ha rivendicato gli attacchi, che comunque non hanno fatto né vittime né danni. La forza di interposizione dell'Onu in Libano, Unifil, è stata messa in allerta dell'incidente, rendono noto fonti militari.

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