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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2014 alle ore 09:02.
L'ultima modifica è del 14 luglio 2014 alle ore 10:28.

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KURIHAMA - Il 14 luglio è festa. Bastiglia? Non solo. In Giappone si celebra l'amicizia con gli Stati Uniti, a commemorazione del primo e pur molto complicato incontro tra i due popoli. Centosessantuno anni fa la Us Navy costrinse il Giappone ad aprirsi al mondo esterno dopo oltre due secoli di isolamento. Oggi gli Usa - che nel primo dopoguerra promossero la seconda apertura del Sol levante nel segno della democratizzazione - cercano di favorire una terza apertura del Giappone, agevolandone la deregulation del mercato interno attraverso la Trans-Pacific Partnership e appoggiando un ruolo più attivo di Tokyo sul piano politico-militare.

LA STORIA - Il 14 luglio del 1853 il Commodoro Matthew Perry, comandante della squadra navale delle Indie/FarEast, mise piede sulla spiaggia di Kurihama (circa 80 km a sud di Tokyo) per consegnare alle autorità giapponesi una lettera del presidente Fillmore che chiedeva l'apertura di relazioni commerciali. Fu un fatto destinato a cambiare la storia del mondo. Il Giappone viveva da quasi due secoli e mezzo in un isolamento totale, dopo essersi chiuso ermeticamente al mondo esterno. Quello di Perry fu un atto di violenza e minaccia. Arrivò con 4 navi da guerra, di cui due "navi nere" a vapore, spronato dalla volontà del suo governo di promuovere il commercio americano in Asia (per questo erano necessari punti di appoggio nell'arcipelago) e anche dalla consapevolezza del "destino manifesto" dell'esuberante nazione americana (con il senso di una missione civilizzatrice nel cercare di inserire un altro popolo nel mondo moderno). Perry ignorò le leggi giapponesi che proibivano agli stranieri di avvicinarsi alla baia di Tokyo e fece aleggiare una minaccia di guerra. Il governo shogunale cedette per guadagnare tempo e accettò la consegna della lettera. Perry avvertì che sarebbe tornato l'anno dopo, con un numero maggiore di "navi nere", a ricevere la risposta. Tecnologicamente, il Giappone non poteva resistere: aveva solo qualche colubrina portoghese del '600. Così il 31 marzo 1954 venne firmato il Trattato di Kanagawa, che apriva due porti giapponesi e dichiarava una amicizia eterna tra i due Paesi. Il risultato quasi immediato fu la guerra civile in Giappone (che pose fine allo shogunato e finì per inaugurare la nuova era imperiale), mentre in seguito si verificò uno sviluppo prodigioso del Paese, che in pochi decenni divenne una potenza mondiale, con vittorie militari su Cina (1895) e Russia (1905). La lotta per il predominio in Asia e in particolare per il mercato cinese inasprì i contrasti tra Washington e Tokyo, che sfociarono nelle maggiori violenze della storia: Pearl Harbor, le maggiori battaglie aeronavali di sempre, i feroci conflitti nelle giungle delle isole del Pacifico e infine Hiroshima e Nagasaki.

L'AMICIZIA DI OGGI - Sulla spiaggia di Kurihama c'è un monumento che commemora lo sbarco. Quello che può definirsi come il successore diretto di Perry ha presenziato alla cerimonia di quest'anno: il vice ammiraglio Robert Thomas, comandante della Settima Flotta Usa di stanza alle Hawaii, affiancato dal comandante della base navale di Yokosuka, forse la più importante base all'estero della Marina americana (unica sede permanente estera di una portaerei a propulsione nucleare della Us Navy). Kurihama fa parte del comune di Yokosuka: sembra una ironia della storia che la proiezione americana sull'Asia sia iniziata e continui a essere focalizzata nello stesso luogo (la penisola di Miura). Kurihama celebra Perry con un "matsuri" (festival popolare): il Commodoro è diventato un simbolo di amicizia. C'è il viale Perry e anche il museo Perry, si vendono bibite gassate Perry e confezioni di curry Perry. Un piccolo ponte sul lungomare è stato battezzato come il Ponte dell'apertura della nazione al mondo. La rappresentante dell'Ambasciatrice Usa Caroline Kennedy ha sottolineato che i giapponesi di metà 800 che ebbero a che fare con Perry furono dei "visionari che compresero come il Paese dovesse cambiare per crescere e prosperare". Un elemento di attualità, visto che gli Usa stanno anche oggi cercando di cambiare il Giappone per la terza volta (la seconda fu con l'occupazione militare post-bellica di MacArthur e la democratizzazione del Paese). La terza apertura al mondo del Sol levante dovrebbe avvenire con la grande "deregulation" del mercato interno promessa dall'Abenomics, che sarà agevolata dalla Trans-Pacific Partnership, l'accordo di libero scambio in gestazione tra 12 Paesi incentrato sugli Usa. Più controverso è un secondo aspetto della nuova apertura del Giappone: gli Usa appoggiano un ruolo più attivo di Tokyo anche sul piano militare e hanno accolto con favore la recente modifica di interpretazione costituzionale che consentirà alle Forze di Autodifesa nipponica la cosiddetta "difesa collettiva": in pratica, maggiori possibilità di operazioni congiunte con gli Usa, anche all'estero. Nuove ironie della storia, visto che la Costituzione ultrapacifista del Giappone fu in sostanza dettata dagli americani.

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