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Questo articolo è stato pubblicato il 15 luglio 2014 alle ore 06:37.

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MILANO
Il conto alla rovescia per la sentenza d'appello del processo Ruby è già partito, con tutti gli strascichi politici che porterà inevitabilmente con sé. Questa mattina toccherà agli avvocati della difesa, Franco Coppi e Filippo Dinacci, spiegare ai giudici della Corte d'Appello di Milano perché l'imputato Silvio Berlusconi - già condannato in primo grado a sette anni di carcere e all'interdizione perpetua dai pubblici uffici - dovrà essere assolto dalle accuse di concussione per costrizione e prostituzione minorile. Le arringhe proseguiranno per tutta l'udienza di oggi e nel caso ci fosse bisogno di più tempo è già previsto un altro appuntamento per domani, quando ci sarà spazio anche per le eventuali repliche dell'accusa e della parte civile. Ma Coppi e Dinacci cercheranno di terminare entro oggi. Poi, venerdì, i giudici si ritireranno in camera di consiglio. La sentenza potrebbe arrivare venerdì stesso, oppure all'inizio della prossima settimana.
Il procuratore generale Piero De Petris aveva chiesto venerdì scorso la conferma della condanna di primo grado, una condanna ritenuta severa ma giusta. Il pg aveva ricostruito i fatti della notte tra il 27 e 28 maggio 2010, quando Karima-Ruby El Marhoug, allora minorenne, venne fermata dalla polizia con l'accusa di furto provocando l'intervento dell'allora premier Berlusconi sui funzionari della questura di Milano per ottenere il rilascio della giovane marocchina nelle mani di Nicole Minetti. E nascondere così le scomode verità delle cene di Arcore.
Un'eventuale conferma della condanna creerebbe grossi problemi per Berlusconi. Al leader di Forza Italia non resterebbe che affidarsi al giudizio della Corte di Cassazione, che potrebbe impiegare un anno prima di pronunciarsi. Per il caso Ruby non ci sarà infatti nessuna corsia di emergenza in Cassazione come avvenuto invece con il processo Mediaset. I reati di concussione e prostituzione minorile contestati a Berlusconi, infatti, hanno tempi di prescrizione lunghi: non c'è il rischio - che era concreto nel caso Mediaset - che possano diventare non più perseguibili penalmente. Per questo la Cassazione seguirà i tempi canonici per il suo giudizio.
Le motivazioni dei giudici di appello non saranno depositate prima di settembre, poi i difensori di Berlusconi avranno 30 giorni di tempo per presentare ricorso alla Suprema corte. E quest'ultima impiegherà otto-nove mesi per emettere la sentenza, che non dovrebbe arrivare prima dell'estate 2015. Per quella data (come anticipato domenica dal Sole-24 Ore) il leader di Forza Italia avrà già scontato l'anno di affidamento ai servizi sociali nella struttura di Cesano Boscone. Ma se la Cassazione dovesse confermare a sua volta la condanna, Berlusconi dovrebbe scontare anche i tre anni di carcere per frode fiscale della sentenza Mediaset che sono stati coperti da indulto. Una pena, insomma, ancora più pesante.
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