Indebite pressioni, Maroni indagato

Il presidente della Regione Lombardia Roberto Maroni finisce nel mirino della procura di Busto Arsizio per una questione legata a presunte raccomandazioni (ma di cui non si escludono ulteriori sviluppi). Ieri il governatore ha ricevuto un avviso di garanzia con l'accusa di induzione indebita a dare o promettere utilità. Stessa ipotesi di reato per il suo capo segreteria, Giacomo Ciriello. Entrambi, abusando dei loro poteri, avrebbero imposto le assunzioni di Mara Carluccio e Maria Grazia Paturzo rispettivamente nella partecipata pubblica Eupolis e in Expo 2015. Carluccio avrebbe percepito una «indebita utilità economica pari a 29.500 all'anno», mentre alla Paturzo sarebbero arrivata la somma di «5.400 euro mensili (per la durata di 2 anni)».

Tutto parte dall'inchiesta sulle presunte tangenti pagate da Finmeccanica per la vendita di alcuni elicotteri al governo indiano. Indagando su un'operazione collegata all'affaire (quella sul riacquisto di vecchi elicotteri Wg30 da parte del consulente di Finmeccanica, Chris Michel), il pm Eugenio Fusco ha seguito le tracce di 12 milioni di euro. Soldi che, secondo il pm, potevano essere collegati alla presunta tangente alla Lega Nord (sempre smentita da Maroni) di cui aveva parlato l'ex responsabile delle relazioni esterne di Finmeccanica, Lorenzo Borgogni. Da quella indagine, che va verso l'archiviazione, Fusco è arrivato fino agli episodi contestati a Maroni.

Il governatore avrebbe prima provato ad assumere le due donne presso lo staff del presidente in Regione Lombardia, poi però avrebbe valutato meglio l'ostacolo dei possibili controlli della Corte dei conti. Quindi avrebbe preferito chiedere a Ciriello di agire per lui presso la Eupolis - controllata dalla Regione Lombardia - e in Expo 2015 - partecipata dal ministero dell'Economia (40%), dal Comune di Milano (20%), Regione Lombardia (20%) e dalla Camera di commercio (10%) e dalla Provincia di Milano (10%). Il capo della segreteria regionale si sarebbe così regolato di conseguenza: avrebbe chiesto (e ottenuto), tramite esponenti delle due società su cui gli inquirenti mantengono il riserbo, di far sottoscrivere due contratti di consulenza. Il primo, come si legge nel decreto di perquisizione nei confronti di Maroni, «al fine esclusivo di garantire a Mara Carluccio una indebita utilità economica di 29.500 euro annui, somma dalla stesa fissata per proprie esigenze fiscali»; il secondo «anche per il tramite di "Obiettivo lavoro temporary manager", al fine esclusivo di di garantire a Maria Grazia Paturzo una indebita utilità di 5.400 euro mensili per due anni». Le perquisizioni sono state eseguite dagli uomini del Nucleo operativo ecologico (Noe) dei Carabinieri a Palazzo Lombardia, a Milano, e negli uffici della delegazione della Lombardia a Roma, in via del Gesù. I carabinieri hanno sequestrato documenti, computer, cellulari, agende personali.

Secondo Maroni si tratta «di due contratti a termine per persone che svolgono, con mansioni diverse, attività quotidiana di supporto della Regione Lombardia dalla sede di Roma. La loro attività è finalizzata alla ottimizzazione e alla efficienza della macchina organizzativa in vista dell'evento Expo. Sono sereno e fiducioso che le cose verranno al più presto chiarite». La società Expo 2015 spiega, invece, che «poiché le attività connesse alla gestione delle relazioni con le istituzioni hanno per loro natura carattere fiduciario, Expo 2015 ha accolto la segnalazione di Regione Lombardia - attraverso il gabinetto del Presidente - che ha indicato in Mariagrazia Paturzo il profilo idoneo al ruolo da ricoprire, data la sua provata esperienza in ambito istituzionale». Infine per il presidente dell'Autorità anticorruzione, Raffaele Cantone, che si sta occupando delle indagini su Expo, «il fatto non incide per ora su Expo. Sono garantista - ha aggiunto - e so bene che l'avviso di garanzia è a tutela dell'indagato».