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Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2014 alle ore 06:38.

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ROMA
Denis Verdini è stato rinviato ieri a giudizio dal gup del tribunale di Firenze, Fabio Frangini, insieme ad altre 46 persone, per rispondere, tra l'altro, di associazione a delinquere, bancarotta fraudolenta, appropriazione indebita e truffa ai danni dello Stato.
Il gup in sostanza ha accolto l'impianto d'accusa dell'inchiesta sul Credito cooperativo fiorentino (Ccf), banca gestita per quasi 20 anni proprio da Verdini. A giudizio anche un altro deputato di Forza Italia, Massimo Parisi, coordinatore toscano del partito. Stralciata la posizione di Marcello Dell'Utri: per poter procedere dovrà essere avanzata un'altra richiesta di estradizione in Libano. Tra i 21 imputati prosciolti o assolti con rito abbreviato ci sono anche la moglie e il fratello di Verdini.
L'inchiesta, nata da quella più ampia sulla cosiddetta cricca del G8, e coordinata dai pm fiorentini Luca Turco e Giuseppina Mione, ha puntato sulla gestione del Ccf: secondo l'accusa la banca sarebbe stata usata per dare prestiti ad amici e parenti senza garanzie e tutele, tanto da portarla al fallimento. Circa una trentina le distrazioni di denaro contestate, tra il 2008 e il 2009, per oltre 100 milioni di euro. Secondo i pubblici ministeri tra i principali beneficiari di questi presunti finanziamenti illegittimi ci sarebbero Dell'Utri, che avrebbe avuto 3,2 milioni di euro, la società Ste (editrice del Giornale della Toscana, socio di riferimento lo stesso Verdini), la Btp di Riccardo Fusi e Davide Bartolomei, rinviati anche loro a giudizio. Verdini entrò nell'inchiesta dopo essere stato intercettato più volte mentre parlava al telefono con Fusi e l'utilizzo delle intercettazioni fu autorizzato dal Senato il 9 aprile scorso.
L'inchiesta fiorentina ha incrociato anche quella senese sul Monte dei Paschi di Siena, che nel 2008 concesse un prestito di 150 milioni di euro proprio alla Btp, in pool con altri istituti tra cui il Ccf. Tra le persone rinviate a giudizio ieri c'è anche l'avvocato Andrea Pisaneschi, ex consigliere di Mps. Il reato di truffa nei confronti dello Stato, relativo a circa 20 milioni di contributi per l'editoria, è stato contestato a Verdini e a tutto il cda della Ste. Quando un mese fa fu sentito dal gup, Verdini respinse tutte le accuse puntando la sua difesa sulla gestione di una banca che dava prestiti alle imprese del territorio. La prima udienza del processo fissato dal giudice presso il tribunale di Firenze è prevista per il 21 aprile 2015.
Il gup Frangini prima di leggere la decisione di rinvio a giudizio ha respinto tutte le eccezioni presentate dalla difesa. In particolare i legali di Verdini avevano avanzato dubbi anche sulla possibilità di utilizzare le intercettazioni per le quali l'aula del Senato aveva concesso l'autorizzazione. Il giudice ha ricordato che Verdini è stato intercettato casualmente mentre parlava con Riccardo Fusi, lui sì già iscritto nel registro degli indagati e intercettato.
M. Lud.
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