Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 16 luglio 2014 alle ore 11:40.
L'ultima modifica è del 16 luglio 2014 alle ore 17:48.

My24

Lo Stato olandese ha la responsabilità civile dalla morte di oltre 300 uomini e ragazzi musulmani a Srebrenica durante la guerra di Bosnia. Lo ha stabilito un tribunale dell'Aia, accogliendo il ricorso presentato dalle Madri di Srebrenica, associazione di familiari delle vittime del massacro, e sottolineando che i caschi blu olandesi del contingente Dutchbat avrebbero dovuto proteggerli. «Lo Stato è responsabile della perdita subita dai familiari degli uomini prelevati dai serbi di Bosnia dagli edifici del contingente Dutchbat a Potocari,nel pomeriggio del 13 luglio 1995» ha dichiarato il giudice Larissa Elwin.

«Nel pomeriggio del 13 luglio, Dutchbat non avrebbe dovuto lasciare che gli uomini si allontanassero dai suoi edifici» ha proseguito il giudice, sottolineando che i soldati olandesi «avrebbero dovuto tenere conto della possibilità che gli uomini sarebbero stati vittime di genocidio». «Si può affermare con sufficiente certezza che se il Dutchbat avesse permesso a questi uomini di restare in loco, sarebbero rimasti in vita» ha aggiunto.

I giudici hanno dato torto agli autori del ricorso sul resto delle accuse. Anche se i soldati olandesi avrebbero dovuto denunciare direttamente i crimini di guerra, lo stato olandese non può esser giudicato responsabile perché una tale iniziativa non avrebbe comportato «un'intervento militare diretto dell'Onu» e non avrebbe perciò impedito il genocidio.

L'Olanda è già stata condannata nei mesi scorsi a risarcire i familiari di tre musulmani uccisi dopo essere stati cacciati da una base militare dei caschi blu olandesi, diventando così il primo paese sanzionato per il comportamento dei suoi militari in missione su mandato Onu.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi