Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2014 alle ore 10:22.
L'ultima modifica è del 18 luglio 2014 alle ore 17:37.
Bartali aveva iniziato a vincere prima della guerra, mettendo in sequenza il Giro d'Italia del 1936 e del 1937, seguiti dal Tour de France 1938. Al Giro del 1940 era caduto per colpa di un cane e, da grande favorito, dopo aver capito che in quelle condizioni non avrebbe potuto puntare al successo aveva deciso di aiutare un giovane compagno che era stato assunto come suo gregario: Fausto Coppi, che alla fine quel Giro lo avrebbe vinto proprio grazie all'aiuto e agli incoraggiamenti di Bartali.
Finita la guerra il grande Gino aveva ormai 32 anni, nessuno gli concedeva più speranze contro Coppi e gli altri rivali dell'epoca, più giovani di lui e nel pieno delle forze. Ma se i francesi lo avevano soprannominato «l'Homme de Fer» ci doveva pur essere un motivo. E infatti, da Homme de Fer, Bartali aveva messo in fila il Giro del 1946, battendo Coppi per 47 secondi, e subito dopo anche il Giro di Svizzera.
La vittoria che tutti ricordano è quella nel Tour de France del 1948, dove era arrivato a dieci anni dalla sua prima vittoria e senza che nessuna gli condesse una sola possibilità di ripetere l'impresa. Bartali era uscito in cattive condizioni dal Giro d'Italia, a causa di una pesante caduta che lo aveva relegato all'ottava posizione della classifica generale. La squadra Nazionale italiana (al tempo il Tour si correva con le Nazionali) era stata quasi improvvisata. Sembrava logico, dopo 12 tappe, trovarlo staccato di 21 minuti dalla Maglia Gialla, Louison Bobet. Sembrava logico in quel 14 luglio del 1948, mentre il Tour osservava il giorno di riposo in occasione della Festa Nazionale, pensare a quello che stava accadendo in Italia, con Palmiro Togliatti che rischiava di morire dopo essere stato gravemente ferito in un attentato. Per le strade si sparava, il Paese temeva una rivoluzione.
Bartali aveva ribaltato le cose il 15 luglio, nel tappone alpino che portava da Cannes a Briançon salendo in sequenza l'Allos, il Vars e l'Izoard. Due, tre scatti secchi e poi il volo solitario, con tutti gli altri che guardavano senza riuscire a rispondergli. Al traguardo Bobet era arrivato staccato di venti minuti, la caccia alla Maglia Gialla era riaperta. Per essere chiusa il giorno dopo, 16 luglio 1948, quando il vecchio campione si era prodotto in un nuovo attacco rivincendo ad Aix les Bains dopo aver scalato Lautaret, Galibier e Croix-de-Fer. In Italia Togliatti stava meglio e la folla si concentrava sul grande Gino che stava mettendo a segno un'impresa incredibile. Coronata dal trionfo di Parigi, per la Maglia Gialla definitiva.
Di Bartali si potrebbero scrivere libri, raccontare centinaia di aneddoti, celebrare vittorie straordinarie. Ma forse basta dire che in diciannove anni di carriera si è ritirato solo 28 volte, un record che nessuno gli toglierà mai. Un Homme de Fer.
©RIPRODUZIONE RISERVATA