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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2014 alle ore 11:37.
L'ultima modifica è del 18 luglio 2014 alle ore 12:34.

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TOKYO – Il Capo di Stato Maggiore della Difesa italiano ha concluso oggi una inedita visita in Giappone, Paese intenzionato ad assumere un ruolo internazionale più spiccato e con il quale l'Italia sta negoziando una intesa sulla sicurezza.
L'Ammiraglio Luigi Binelli Mantelli ha incontrato i massimi vertici delle Forze di Autodifesa, tra cui il Capo di Stato Maggiore delle Forze di Autodifesa generale Shigeru Iwasaki (che è stato a Roma nel marzo scorso) e il ministro della Difesa Itsunori Onodera.

La prossima intesa Italia-Giappone sulla sicurezza darà sostanza allo "Statement of Intent" firmato nel 2012 dai rispettivi ministri della Difesa, che ha dato il via a incontri annuali degli Stati Maggiori. L'accordo è sostanzialmente pronta, ma la firma è ritardata in attesa della stabilizzazione dei nuovi apparati e normative in Giappone (una parte importante sarà dedicata all'Information Warfare e alla Cyber Defence). Da qualche mese è stato costituito a Tokyo un Consiglio per la Sicurezza Nazionale sul modello americano ed è stata approvata una nuova legge sulla tutela dei segreti di Stato (da molti considerata eccessivamente restrittiva) che entrerà in vigore il prossimo anno dopo una serie di precisazioni amministrative. In questo senso, questa settimana il comitato consultivo del governo ha approvato la bozza sui criteri operativi della legge, che definisce 55 categorie di segreti che potranno essere designati da 19 organismi governativi.

Il governo giapponese appare interessato in particolare a condivisioni di informazioni, contando sull'expertise italiana specialmente con riguardo all'area del Nord Africa e del Medio Oriente (all'inizio dell'anno scorso la crisi degli ostaggi in Algeria ha provocato la morte di numerosi cittadini giapponesi). Nel quadro delle riforme promosse dal suo governo, il premier Shinzo Abe sta procedendo ad allentare varie restrizioni di interpretazione costituzionale in atto, tra cui quello per l'export di armamenti. In questo senso, diventano possibili collaborazioni sul piano tecnologico tra imprese della Difesa giapponesi ed estere: una evoluzione che dovrebbe favorire nuovi rapporti anche tra aziende italiane e nipponiche e scambi/condivisioni di tecnologie, come sarà contemplato nell'accordo bilaterale.

"Insieme allo Stato maggiore giapponese abbiamo già individuato molti settori di collaborazione, in particolare su cyberdifesa, spazio, difesa antimissile, simulazioni per addestramento e anche scambio di esperienze sulla struttura di forze particolari come quelle anfibie, gli aerei imbarcati, le navi con capacità elicotteristiche e cosi' via", afferma l'Ammiraglio Binelli Mantelli.

Il governo Abe, tra l'altro, ha appena deciso di cambiare l'interpretazione della Costituzione ultrapacifista del 1947 per consentire in specifici casi la cosiddetta "difesa collettiva", ossia la possibilità per le Forze di Autodifesa di agire anche fuori dei confini nazionali in difesa di un alleato sotto attacco. "I giapponesi sono molto interessati allo studio della nostra Costituzione, per molti versi simile alla loro nel ripudiare la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, e su come noi l'abbiamo interpretata in modo che non contraddica impegni e responsabilità internazionali – continua l'Ammiraglio - . La nostra Costituzione consente alle Forze armate italiane di prendere parte a operazioni di stabilizzazione nell'ambito di coalizioni multinazionali sostenute e appoggiate a risoluzioni dell'Onu. Noi siamo assolutamente favorevoli all'evoluzione in atto in Giappone, in quanto riteniamo che la sicurezza internazionale debba essere tutelata con la massima contribuzione da parte di tutti i Paesi di buona volonta'". Anche Paesi come Giappone e Italia devono avere un ruolo significativo, aggiunge, ed essere anche in qualche modo consiglieri delle grandi Potenze per "ottenere una condivisione e una mediazione il più possibile equilibrata delle azioni che vengono svolte". Peraltro una buona parte dell'opinione pubblica nipponica resta ultrapacifista e teme appunto che il Giappone diventi come l'Italia nell'ultimo quarto di secolo, ossia molto attiva e presente in numerose aree di conflitto fuori dai confini, con conseguenze anche in termine di perdita di vite umane.

In Asia orientale stanno crescendo le tensioni geopolitiche, connesse alla crescente assertività della Cina nelle sue rivendicazioni territoriali, tanto che non mancano alcuni analisti che ritengono non impossibile un futuro scoppio della terza guerra mondiale proprio per la marginale questione delle isole Senkaku (controllate dal Giappone, rivendicate dalla Cina, protette dal trattato di alleanza nippo-americano). Secondo il capo di Stato maggiore della Difesa italiano "la questione cruciale è la salvaguardia della libertà di navigazione marittima e aerea secondo il diritto internazionale: un interesse fondamentale dell'intera comunità internazionale, un bene assoluto per il sostegno dell'economia globale e il benessere comune". Su questa tema sono inaccettabili violazioni e limitazioni: la stessa tragedia del volo Malaysian Airlines precipitato al confine tra Russia e Ucraina – se ne sarà confermato l'abbattimento – rappresenterebbe una sfida intollerabile alla comunità internazionale.

Dal punto di vista giapponese, l'assorbimento della Crimea da parte della Russia è suonato come un grave campanello di allarme, in quanto costituisce un cambiamento dello status quo (lo stesso che la Cina ricerca sulle isole Senkaku) al quale la reazione internazionale è apparsa debole a Tokyo. Binelli Mantelli non condivide questa opinione e ritiene che le reazioni dell'Occidente _ non facendo l'Ucraina parte della Nato - siano state "proporzionate" alla delicatezza della crisi, di fronte alla complessità della situazione e alla ovvia esigenza di non chiudere completamente ogni possibilità di dialogo con la Russia.

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