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Questo articolo è stato pubblicato il 18 luglio 2014 alle ore 19:25.
L'ultima modifica è del 19 luglio 2014 alle ore 16:28.

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Oltre duemila studenti bocciati lo scorso mese di aprile al test di ingresso alla facoltà di Medicina sono stati ammessi in sovrannumero dal giudice del Tar Lazio. Ad annunciarlo è Gianluca Scuccimarra, Coordinatore dell'Unione degli Universitari: «Oggi abbiamo fatto entrare più di 2mila ricorrenti provenienti da Bari, Tor Vergata, Napoli, Salerno e tante altre parti d'Italia. Serve altro per dimostrare l'inefficacia di questo metodo di selezione degli studenti? Abbiamo fin da subito criticato tale sistema, e oggi raccogliamo i frutti di tanti anni di proteste e denunce».

«Il Tar del Lazio - ha dichiarato Alberto Irone, portavoce della Rete degli Studenti Medi - 'oggi ha accolto i maxi ricorsi che abbiamo presentato lo scorso maggio insieme all'Udu. Siamo partiti dal caso di Bari, quattro plichi mancanti e non uno come avevano precedentemente detto, che hanno alterato la par condicio del concorso; da lì è partita la fuga di notizie e grazie al codice del compito e al vizio dell'anonimato vi è stata una fuga di notizie e un cocktail micidiale che ha inciso su una graduatoria nazionale».

Per Scuccimarra «adesso, dopo oltre 2mila ricorrenti, il ministro deve cambiare le regole di un gioco truccato, e le deve cambiare con le vittime di questi anni, ovvero gli studenti; per questo chiediamo una risposta immediata sia al capo del Governo Renzi, che al il ministro Giannini. Oggi si è chiusa un'epoca, caratterizzata dal numero chiuso, ed è necessario aprire una nuova fase dell'università italiana che elimini i test d'ingresso e il numero chiuso».

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