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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2014 alle ore 16:21.
L'ultima modifica è del 20 luglio 2014 alle ore 17:32.

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Nel 2013, la quota dell'Ue nel commercio estero totale della Turchia ha registrato circa il 43%. Grazie alla Unione doganale e le buone relazioni economiche bilaterali, di recente l'Ue si colloca come numero uno in entrambi i flussi per le importazioni e le esportazioni della Turchia mentre la Turchia si colloca al settimo posto nelle importazione della UE e 5° tra i mercati di esportazione.

Le relazioni economiche e commerciali dell'Italia con la Turchia risalgono alla storia comune del Mediterraneo e nel recente passato si sono rafforzate con l'Unione doganale nel 1995. Come riflesso delle buone relazioni economiche, il volume degli scambi tra l'Italia e la Turchia ha raggiunto livelli storicamente elevati nel 2011. Per la prima volta, il volume degli scambi ha superato i 20 miliardi di dollari, raggiungendo i 21,3 miliardi.

L'Italia è attualmente il quarto partner commerciale della Turchia e il secondo più grande partner commerciale tra i paesi dell'Ue, dopo la Germania. Gli investimenti sono un'altra area di cooperazione tra la Turchia e l'Italia. Sulla base delle cifre relative agli investimenti, possiamo dire che la Turchia crea una forte attrazione per le aziende italiane grazie alla sua popolazione giovane, dinamica e qualificata, a un Pil che si è triplicato negli ultimi dieci anni e all'ambiente economico che offre grandi opportunità.

Cosa può dire delle imprese italiane operanti in Turchia?
Nel 2013, 95 nuove imprese italiane, impegnate in diversi settori come i trasporti, i servizi bancari, l'edilizia, l'elettronica e la farmaceutica, si sono stabilite in Turchia. Con i nuovi arrivati, il numero totale di imprese italiane in Turchia ha raggiunto quota 1.150 ai dati relativi ad aprile 2014. Abbiamo anche apprezzato il partenariato strategico e innovativo sulle telecomunicazioni, l'energia, l'automotive, le industria della difesa e i progetti infrastrutturali. Tuttavia, attualmente il numero di aziende turche operanti in Italia è ancora inferiore a 50.

Un'altra area da sviluppare potrebbe essere l'investimento diretto. La quantità di investimenti diretti italiani in Turchia realizzati è pari a 145 milioni di dollari nel 2013. Considerando le lunghe relazioni lunghe economiche tra noi ci aspettiamo di incrementare ulteriormente i nostri investimenti nei prossimi anni, attraverso le iniziative di partenariato di cui abbiamo accennato prima.

Le organizzazioni imprenditoriali turche e italiane hanno firmato un accordo di cooperazione nel giugno 2011. Può illustrarne gli obiettivi?

Prima di tutto sviluppare le relazioni economiche tra i nostri paesi e di creare nuove opportunità di investimento. Nel frattempo, una Dichiarazione sul Comitato misto economico e commerciale tra la Turchia e l'Italia è stata firmata nel maggio 2012 ad Ankara.

Nel quadro di questa Dichiarazione, si svolgono consultazioni regolari tra Turchia e Italia con la partecipazione di istituzioni pubbliche e imprese private, al fine di valutare e rafforzare le relazioni economiche e commerciali bilaterali. Inoltre è stato fondato il Turkish-Italian Business Circle per sviluppare e rafforzare la cooperazione economica bilaterale tra gli ambienti economici di entrambi i paesi.

Credo fermamente che queste piattaforme avranno un ruolo importante per generare nuove opportunità di innovazione e crescita della produttività attraverso la diffusione di nuove idee e tecnologie.

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