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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2014 alle ore 15:46.
L'ultima modifica è del 20 luglio 2014 alle ore 17:11.

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Dopo Fangio, c'è voluto Rosberg, 60 anni dopo, per riportare in trionfo la stella di Stoccarda ad Hockenheim. Questo il dato statistico più interessante del weekend dove la Mercedes si dimostra ancora una volta imprendibile. Seguono i 300 podi della Williams, iniziati proprio in questa pista, nella quale oggi ha anche impresso il record di velocità in gara di oltre 345 km/h. Ma agli appassionati di sport tedeschi non sfugge inoltre il "filotto" di successi ai vertici di varie discipline degli ultimi tre weekend: è nera, rossa e gialla la vittoria nel prestigioso campionato mondiale Star, il trofeo più importante nella vela dopo la Coppa America riservato alla barca olimpica più prestigiosa di tutti i tempi, conquistata nel primo weekend di luglio a Malcesine con Robert Stanjek. Un trionfo storico anche nei numeri: era solo la quarta volta per un team tedesco nell'ultimo secolo, proprio come il quarto mondiale vinto una settimana più tardi a Rio nel calcio contro l'Argentina. Un preludio di grande prestigio a questa altrettanto indimenticabile gara odierna nella pista del Baden-Württemberg.

Una domenica senza ombre sull'asfalto causa meteo non brillante, ma per il resto tutt'altro che grigia: mai noiosa, mai statica, anzi, sempre ricca di sorpassi, azione e anche quella giusta suspence, senza che nessuno si sia fatto male sul serio. Di sicuro i rischi non sono mancati, sia per errori umani sia meccanici: si è partiti con un botto in partenza pauroso, che ha ancora una volta coinvolto Massa, non esente da colpe, e Magnussen. È stato un tipico contatto fra una ruota anteriore e una posteriore, dove il brasiliano ha avuto la peggio, anche perché in Formula 1 si attende a mutuare dalla Indycar la ormai collaudatissima protezione delle ruote motrici, adottata con urgenza a seguito della tragica scomparsa di Dan Wheldon nel 2012. Poi due safety car mancate: Kvyat ha prima dato spettacolo di incapacità di guida andando a urtare Perez per un azzardo incomprensibile ai più. Ripartito, al quarantaseiesimo prende fuoco improvvisamente, riuscendo per fortuna a uscire dalla carreggiata per qualche metro. E per finire, al cinquantesimo, Sutil, per un banale errore di pilotaggio, ha fatto girare la macchina in uscita dal curvone che immette al rettilineo box e ha "parcheggiato" in mezzo alla pista, mettendo in difficoltà la direzione di gara, tanto che ha fatto attendere un po' troppo l'intervento dei commissari, suscitando molte perplessità sulla macchina organizzativa che, di solito, dovrebbe prendere decisioni in pochi attimi.

A ben vedere, comunque, il vincitore senza macchia della gara di casa sembrava predestinato a imperare anche questa domenica causa la violenta uscita di pista del compagno Hamilton nelle fasi iniziali delle qualifiche. L'inglese della Mercedes, affamato di riscossa più che mai, ha fatto vedere una delle rimonte più belle degli ultimi anni, riprendendo tutti gli avversari fino a salire sul podio solo alle spalle di Bottas che, in assenza di Massa, ha fatto una gara veloce, senza sbavature, quasi in solitaria fino alla fine, quando ha iniziato a vedere la seconda Mercedes negli specchietti. Ma per Hamilton era troppo tardi per fare qualcosa di più, dopo che si era già tolto la soddisfazione di umiliare ancora entrambe le Ferrari e le Red Bull, entrambe consistenti ma non al massimo della forma.

A proposito di queste due: qualcosa di diverso comunque c'è stato rispetto alle ultime gare. Ricciardo ha sfiorato Massa in partenza, perdendo molto terreno e lasciando Vettel correre una gara per un volta più sugli avversari che sui compagni di squadra. Alonso ha invece visto da vicino Raikkonen solo fino a quando, insieme alla Red Bull, gli hanno stritolato l'anteriore, costringendolo ad arrivare in fondo con una macchina poco veloce e, quindi, a perdere così tante posizioni da non consentirgli di prendere neanche un punticino.

Le due prime guide Red Bull e Ferrari sono quindi finite subito ai piedi del podio, con una gara d'attacco per entrambi molto spettacolare e divertente da vedere per i numerosi duelli di cui sono stati protagonisti, fra di loro e con diversi altri piloti di primo piano. Ma non sempre hanno avuto la meglio e, soprattutto, la sconfitta più amara è stata quella di vedere per la terza volta un'imprevedibile Williams sul podio: un elemento nuovo e sempre più regolare che inguaia soprattutto la scuderia di Maranello, specie tenendo conto dei tre ritiri di Massa nelle ultime quattro gare.

E anche se il mondiale 2014 appare sempre più in salde mani tedesche, quello che è sempre più certo è che riserverà comunque interessanti sorprese fino all'ultimo a partire dalla seconda posizione. Dove nessuno, Red Bull inclusa, è più dato per scontato.

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