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Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2014 alle ore 16:40.
L'ultima modifica è del 21 luglio 2014 alle ore 09:23.

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Matteo Renzi e il presidente del Congo, Denis Sassou Nguesso (Afp)Matteo Renzi e il presidente del Congo, Denis Sassou Nguesso (Afp)

Nelle ore in cui l'Europa deve fare i conti con l'assenza di un'unica voce politica davanti alla strage di civili che è stato l'abbattimento del MH17 sui cieli d'Ucraina per mezzo di un missile terra-aria di fabbricazione russa; il nuovo commissario agli affari economici, il finlandese Katainen gradito alla Merkel, manda a dire all'Italia che deve fare presto riforme e non puntare a cambiare il patto di stabilità; a Roma continuano le fibrillazioni sulla riforma del Senato, Renzi va in Africa.

Cosa è andato a fare il premier in Mozambico? In sostanza si tratta di energia. Dietro la dichiarazione di rito «Italia e Mozambico sono legati da pace, investimenti e cooperazione» del presidente del Consiglio a Maputo, alla fine di un incontro con il presidente mozambicano, Armando Guebuza, c' è la dichiarazione dell'amministratore delegato di Eni Claudio Descalzi, che accompagnava Renzi assieme a un gruppo di imprenditori, e che traccia un nuovo futuro forse meno dipendente dai nostri tradizionali partner fra cui, manco a dirlo, la Russia di Putin.

«In Mozambico - ha detto Descalzi - l'Eni ha fatto la più importante scoperta di gas della sua storia: 2.400 miliardi di metri cubi di gas che consentirebbero di soddisfare il bisogno degli italiani per trent'anni. Per questo siamo capofila in una joint venture insieme al gruppo Anadarco per sviluppare giacimenti e valorizzare il gas trovato». La dichiarazione di Descalzi spiega il senso dell'investimento di 50 miliardi di dollari in sei anni annunciato da Renzi che l'Eni farà nel Paese dell'Africa subsahariana. Descalzi spiega anche che gli investimenti sono legati all'approvazione di una legge varata dal governo in attesa di via libera dal Parlamento.

«Se va in porto l'operazione - ha confermato Renzi - avremo gas sufficiente per i prossimi 30-40 anni». «Stiamo gettando le condizioni per il futuro dei nostri figli. Queste sono cose alle quali bisogna pensare per tempo», ha aggiunto il premier.

L'investimento avrà una durata di sei anni. Guebuza, nel suo intervento, ha sottolineato le «eccellenti relazioni tra i due Paesi» che, ha assicurato, «daranno un nuovo impulso alle nostre relazioni commerciali».

Renzi, che oggi sarà in Congo (Eni, che nel Paese ha prodotto nel 2013 circa 120.000 barili di olio equivalente al giorno, ha firmato un accordo di cooperazione) e domani in Angola, ha invece sottolineato che l'Africa per l'Italia e per l'Europa deve essere una «priorità, non più un luogo da dimenticare». E ci vuole più Africa nella politica estera italiana, più Africa per diversificare gli approvvigionamenti energetici del Paese ma anche come scelta civile e solidale.

Il premier ha sottolineato che si tratta di una missione politica: «è la prima volta di un premier italiano in Mozambico ma anche nell'Africa subsahariana se si esclude la visita di Prodi del 2006 ad Adiss Abeba per l'Unione Africana» ha raccontato lui stesso. Ma qui si tratta anche di «business», una strategia imperniata su «tre gambe», pace, investimenti e cooperazione.

Oltre a Descalzi dell'Eni, accompagnavano Renzi l'ad di Finmeccanica Mauro Moretti e di Saipem Umberto Virgini.

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