Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 20 luglio 2014 alle ore 18:43.
L'ultima modifica è del 20 luglio 2014 alle ore 18:49.

My24

Per un punto Martin perse la cappa, dicevano i nostri nonni. Per una manciata di secondi il povero Jack Bauer, dopo 220 chilometri di fuga con Martin Elmiger, ha perso la tappa risucchiato dal gruppo in disperata rimonta nell'ultimo chilometro.

Vince così a Nimes, mentre ormai spiove, quel bestione di Alexandr Kristoff, il gigante norvegese già primo a Saint Etienne. In una tappa caratterizzata dal vento e della pioggia, il massiccio giovanotto di Oslo, vincitore anche alla Milano-Sanremo, viene fuori con una formidabile progressione.

Visto che piove, la classe non è acqua. A farne le spese è ancora una volta Peter Sagan, ormai abbonato ai piazzamenti. Questa volta è terzo. Lo slovacco, leader della classifica a punti, per uno straccio di vittoria darebbe subito via la maglia verde. Ma sul talentuoso Peter viaggia sempre la famosa nuvola di Fantozzi. Figuriamoci adesso che è tornato il maltempo.

Già, il maltempo. Prima del giorno di riposo, in una giornata che doveva essere più per velocisti e cacciatori di tappe, tutto si è complicato. Anche per il nostro Nibali, che ha dovuto sudare sette maglie gialle per evitare le trappole di una frazione corsa a velocità altissima.

Acqua e vento, asfalto viscido e rotonde a pioggia. Con i suoi compagni in affanno, Vincenzo ha cercato di chiudere tutti i "ventagli" per non rimanere tagliato fuori da qualche improvvisa fuga. È andata bene. «Non si può mai stare tranquilli», ha detto Nibali dopo la corsa pensando con sollievo al giorno di riposo.

Eccoci qua, quindi, all'ultima settimana del Tour. Con le Alpi ormai alle spalle, martedì si arriva sui Pirenei. Tre giorni sulle storiche salite della Grande Boucle che daranno un volto quasi definitivo alla classifica.

Sabato 26 luglio, alla vigilia dell'arrivo a Parigi, scatta invece l'ultima cronometro. Ma in questo caso, salvo ribaltoni, più che l'assegnazione della maglia gialla è in gioco l'assegnazione degli altri due posti del podio. Dietro allo spagnolo Valverde (+4,37) preme infatti la Nouvelle vague francese con Romain Bardet (+4',50") e Thibaud Pinot (+5',06"). La Francia, per quanto sia ben disposta verso Nibalì, attende con ansia che qualche transalpino salga finalmente sul podio del Tour. Sarebbe ora. Bisogna ormai risalire all'altro secolo per trovare tracce dei galletti. L'ultimo fu Virenque nel 1997. Prima bisogna addirittura tornare al 1984, quando Laurent Fignon e Bernard Hinault sfilarono in questo ordine sotto l'Arco di Trionfo.

E Nibali? Lo archiviamo già come dominatore assoluto? Checchè ne dicano i rosiconi come Oleg Tinkoff, il boss del Team di Contador («Se lo spagnolo non si fosse ritirato, l'italiano non sarebbe in giallo»), qualsiasi storia non la si fa con i "se". Neanche la storia minore del ciclismo del Tour. Alla fine ha ragione chi resta in sella e, soprattutto, resta in sella con la maglia gialla.

Commenta la notizia

Shopping24

Dai nostri archivi