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Questo articolo è stato pubblicato il 21 luglio 2014 alle ore 12:09.

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La guerra dei mondi. Da una parte Benzema, Bale, Cristiano Ronaldo e molto probabilmente James Rodriguez, il colombiano dai piedi d'oro che il Monaco sarebbe pronto a impacchettare per il Real Madrid in cambio di 80 milioni di euro, centesimo più centesimo meno. Dall'altra, il terzetto di stelle tutta classe e dentoni Messi-Neymar-Suarez, che presto o tardi potrebbe essere completato, meglio, amplificato, da un altro colombiano che balla la cumbia, Juan Cuadrado, l'esterno che non corre, vola e che a Firenze stanno facendo il possibile per trattenere. Barcellona chiama, difficilissimo non rispondere, soprattutto se chi chiama dice 40, come i milioni che pare i blaugrana siano disposti a spendere per "La vespa".

Signore e signori, ecco l'attacco delle due belle di Spagna, un concentrato di classe e talento da spedire in soffitta gli almanacchi sul pallone dell'ultimo decennio, forse più. E fosse finita qui. Le merengues di Carlo Ancelotti, che soltanto poche settimane fa ha regalato alla Madrid tinta di bianco la decima Coppa dei campioni (si chiama Champions dal 1992) della sua storia, hanno piazzato giovedì scorso un colpo da nove in pagella: Toni Kroos, uno dei protagonisti più convincenti del trionfo tedesco al Maracanà, un tuttofare del centrocampo, solido e utilissimo sia nel costruire la manovra sia nell'interromperla. Il Real l'ha pagato 25 milioni di euro: sono in molti a pensare che il Bayern Monaco, società in cui il giocatore è cresciuto e maturato, avrebbe potuto (e dovuto) pretendere di più.

Tira aria di festa anche al Camp Nou. Perso ancora Fabregas, che questa volta ha sbattuto la porta e chissà se mai tornerà, il Barca ha assunto il croato dal passaporto svizzero Ivan Rakitic (18 milioni), che non sarà un fuoriclasse eppure propone un repertorio da predestinato. Domanda facile facile: qual era il primo grande limite della squadra che fu di Guardiola, poi di Vilanova, quindi di Martino e infine di Luis Enrique? Il portiere. Per non sbagliare, il club catalano ne ha acquistati due: l'erede di Neuer in nazionale, ovvero Marc-André ter Stegen (12 milioni), 190 centimetri di intuito e coraggio, e una delle rivelazioni in positivo del mondiale 2014, quel Claudio Bravo (10 milioni), cileno di Santiago, che in Spagna conoscono benissimo per via dei suoi trascorsi con i fiocchi alla Real Sociedad. Siamo soltanto alla terza settimana di luglio e sembra Natale.

Se Real Madrid e Barcellona giocano a figurine, collezionando campioni che farebbero gola a tutte le squadre del mondo, non sono da meno Bayern Monaco e Chelsea, ballerine di prima fila del calcio europeo. I Rossi di Pep Guardiola, crollati sotto i colpi delle furie bianche nell'ultima edizione della Champions League, hanno ceduto Kroos e Mandzukic (Atletico Madrid, 22 milioni) ma in compenso hanno messo il turbo là davanti con l'arrivo del polacco che sa di meraviglia Robert Lewandowski, svincolato di lusso, bandiera e gloria del Borussia Dortmund dei miracoli. Con Ribery e Robben a soffiare sul fuoco dalle fasce, non potrà che fare benissimo. Anche Mourinho ha deciso di cambiare il musetto già bellissimo della sua fuoriserie, affidando al brasiliano (ma anche spagnolo) Diego Costa (38 milioni) il compito di aprire i lucchetti delle difese avversarie. Il Chelsea ha fatto la spesa al supermercato dell'Atletico Madrid. Oltre a Diego Costa, sono sbarcati a Londra sponda Blues anche il portiere Courtois (fine prestito) e il laterale sinistro Filipe Luis (20 milioni). Il piatto, già ricco, diventa ricchissimo con l'aggiunta dell'ex Barca Cesc Fabregas (33 milioni).

Chelsea da esportazione. Per alcuni, il vero colpo del club del presidentissimo Roman Abramovic è stata la partenza del centrale brasiliano David Luiz, che è stato accolto dal Paris Saint-Germain a fronte di un investimento sul cartellino pari a 50 milioni di euro. Il mondiale dà, il mondiale toglie: sorride il Chelsea, si preoccupa il Psg. Ha speso un po' meno (40 milioni) il Manchester City di Pellegrini per farsi dire sì dal Porto per Mangala, che non avrà le stellette del collega di reparto verdeoro ma il mestiere lo conosce, eccome. Mangala arriva e Benatia rimane. A Roma festeggiano. L'Arsenal di Wenger ha il denaro per fare sul serio e non ha perso tempo, sfilando da sotto il naso della Juventus un altro ex di tutto rispetto del Barcellona, quell'Alexis Sanchez (38 mln) che a Udine ha dimostrato al pianeta del pallone di avere i numeri del grandissimo. L'Atletico Madrid? Il motto non è cambiato: si fa tanto con (relativamente) poco. Simeone ha puntato il dito su un'eccedenza del Bayern Monaco, Mandzukic (22 milioni) e su due scommesse tutte da verificare, l'ex meteora del calcio italiano, ex Inter e Udinese, Guilherme Siqueira (10 milioni), e il portiere sloveno classe '93 Jan Oblak, ex Siviglia (16 milioni). Voleva Scuffet, ma i friulani sono gente tosta, guai a toccare i gioielli di famiglia senza che siano loro a decidere il come e il quando.

Twitter: @dario_pelizzari

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